Qualche settimana fa l’istituto centrale era stato criticato da più parti a causa della scelta fatta da Trichet di voler comprare titoli di Stato per scongiurare la crisi dei debiti sovrani nell’area Euro. Per i “monetaristi” ortodossi, capitanati dal presidente della Bundesbank Axel Weber, si è trattato di uno strappo grave alla vocazione originale della Bce, che a differenza della Fed veglia solo sulla stabilità dei prezzi e non sulla crescita economica. Con le parole di oggi Trichet ha voluto ribadire il compito fondamentale dell’istituto, ricordando che un corretto meccanismo di trasmissione della politica monetaria è stato il principio guida della Bce anche durante la recente turbolenza finanziaria sui mercati legata alla crisi del debito sovrano nella zona euro.
“Una crescita troppo rapida del credito complessivo dovrebbe sempre essere un segnale di allarme per le banche centrali, tanto nei paesi avanzati quanto in quelli emergenti”, ha proseguito Trichet, secondo cui una politica della moneta e del credito all’insegna del controllo dei prezzi comporta che le decisioni sui tassi vadano “contro” l’accumulo di squilibri finanziari e valutazioni fuori linea delle attività.
L’acquisto di titoli di Stato sui mercati secondari non deve aggirare la disciplina fiscale, ha detto infine il governatore, motivo per cui i tassi attuali restano appropriati essendo gli interventi sul mercato dei bond sterilizzati dalla Bce.