di Giuseppe De Lucia Lumeno
E’ ancora vivo nella memoria, non soltanto fra gli operatori finanziari, quando, a metà del 2007, iniziarono a manifestarsi nei mercati finanziari d’oltreoceano le prime tensioni sulla quotazione dei cosiddetti titoli spazzatura, che nel giro di poco più di un anno avrebbe portato al fallimento di una delle principali banche d’affari statunitensi e alla recessione del sistema economico mondiale.
Ancora oggi, gli effetti derivanti dallo scoppio di questa bolla speculativa non sono stati completamente assorbiti, sottolineanti dal persistere delle difficoltà delle imprese e dall’aumento della disoccupazione.
Solo negli ultimi mesi hanno iniziato a manifestarsi flebili segnali di una possibile ripresa che, come dimostrano i recenti accadimenti che hanno interessato la Grecia, resta, tuttavia, ancora estremamente debole e incerta.
Le conseguenze negative della crisi sull’economia reale e in settori del sistema bancario ha permesso di mettere nella giusta luce la capacità di resistenza e di resilienza del modello della cooperazione bancaria. Infatti, durante i mesi più drammatici della recessione per le famiglie e le aziende, le Banche Popolari, grazie alla loro natura di banca delle comunità, hanno continuato a sostenere le imprese e le famiglie, come testimonia la crescita degli impieghi sopra il 5% e quella dei mutui sopra il 7%, contribuendo al mantenimento dell’occupazione e del reddito delle famiglie.
Il sostegno che le Banche Popolari hanno fornito al sistema produttivo in questi ultimi anni ha portato a una crescita della quota di mercato degli impieghi della categoria verso le PMI, salita nel giro di tre anni dal 22,7% del 2007 al 26,3% del 2009. Un’attenzione quella esercitata dal Credito Popolare verso le comunità locali e il territorio ricambiata dalla fiducia della clientela, come dimostra l’incremento del numero dei depositi, aumentato in quasi due anni di circa 500.000 unità, contribuendo a portare sopra quota 10 milioni il numero dei correntisti.
L’attività delle Banche Popolari a favore delle economie locali e della piccola imprenditoria emerge anche dalla distribuzione degli impieghi per area o distretto economico. Infatti, oltre la metà del credito della categoria, il 56%, è erogato in realtà produttive dove la presenza della piccola e media impresa è prevalente, un dato che per il sistema bancario nel suo complesso arriva appena al 37%, concentrando, contrariamente alle Banche Popolari, più del 50% dei prestiti nelle aree urbane o dove è più elevata la presenza delle imprese di maggiori dimensioni.
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