Bri: giù i deficit, su i tassi

 I deficit e la politica di tassi bassi hanno creato uno stato di dipendenza, difficilmente sopportabile per i cittadini. Con queste parole la Banca dei regolamenti internazionali (Bri) ha lanciato il suo j’accuse contro le politiche monetarie dei paesi che con la finalità di stimolare la crescita creano degli effetti distorsivi sul sistema.

La Bri non è nuova a questo tipo di interventi, già nel 2009 ricordò quando era consuetudine dire che c’erano istituti troppo grandi per fallire, che c’erano anche alcuni troppo grandi per esistere. E nel suo rapporto sul 2010 reso noto ieri ha sottolineato come le politiche monetarie adottate non sia a favore del sostegno dell’economia. Per la banca dei regolamenti una politica di tassi bassi come quella attuale non incentiva lo sviluppo, anzi ne ottiene l’effetto contrario in quanto, disincentivando il ridimensionamento del levarage e aggravando quindi le distorsioni finanziarie.

Per Bri è necessario intervenire subito perché la storia insegna che non si può aspettare. Basta ricordarsi quanto è accaduto in Giappone negli anni ’90 quando le politiche monetarie troppo accomodanti protratte nel tempo hanno favorito l’indebitamento a scapito degli investimenti produttivi. E questo potrebbe accadere anche in altri contesti. L’esperienza storica mostra infatti che forti aumenti del debito pubblico possono essere seguiti da episodi di alta inflazione e un maggior numero di default di stati sovrani.

Certo la Bri non chiede che si intervenga subito con un immediato rialzo del costo del denaro ma suggerisce alle autorità monetarie di guardare all’economia con un orizzonte temporale più lungo, in modo da valutare appieno la vulnerabilità del sistema.  

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