Mercati volatili, PF prudenti

Se questo è sicuramente stato vero per il primo semestre dell’anno, periodo in cui Piazza Affari ha perso attorno al 17%, per la restante parte dell’anno i PF sembrano orientati alla cautela, il che visti gli ultimi deludenti dati macro e le immediate reazioni dei listini, con alcuni operatori che sono tornati a parlare senza mezzi termini di una possibile ulteriore fase “orso” per le borse e il riprendere quota dell’ipotesi di un “double dip”, ossia di una nuova fase recessiva dell’economia reale, non pare un cattivo approccio, nonostante l’ottimismo che professano alcuni spot commerciali di una nota rete italiana circa le sorti “magnifiche e progressive” dei listini per il prossimo decennio e l’opportunità che consentirebbe di cogliere un investimento regolarmente scaglionato nel tempo (ossia attraverso piani di accumulo).

In verità, e lo si è visto anche oggi dai dati definitivi dell’andamento degli investimenti fissi nel 2009 in Italia, la crisi 2008-2009 ha lasciato un’eredità pesantissima che solo una decisa azione di rinnovamento del sistema economico italiano (ed europeo) potrà consentire di superare, evitando di rimanere per anni in quella situazione di bassa crescita, tasse in aumento, politica invadente e sfiducia nel futuro per un lungo periodo di anni che alcuni economisti come Mohamed El Erian (amministratore delegato e co-responsabile di Pimco, vale a dire il maggior gestore obbligazionario mondiale per masse gestite) teorizzano parlando di “new normal”.

I PF italiani, da sempre a diretto contatto con “la strada”, ossia con la clientela grande e piccola, sembrano dunque aver colto prima e meglio di molti top manager e strategisti l’umore degli investitori, umore che per mutare avrà bisogno non di segnali ma di numeri positivi concreti. E quindi di tempo. Voi come la pensate al riguardo, quali sono le vostre esperienze circa l’approccio seguito dagli investitori italiani in queste settimane? Attendiamo come sempre i vostri riscontri qui.

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