Lo scudo rilancia le banche estere

di Gianluca Baldini

La finestra di scudo fiscale che si è conclusa il 15 dicembre 2009 ha avuto un effetto positivo sul sistema del private banking in Italia. È quanto emerge dal rapporto 2010 di Magstat, società di consulenza specializzata nel settore bancario. L’azienda italiana fondata nel 1995 ogni anno “fotografa” la situazione di tutti gli operatori del mercato che quest’anno sono 226, quattro in meno rispetto ai player del 2009. L’indagine, che ha analizzato il periodo compreso tra il 31 dicembre 2008 e il 31 dicembre 2009, rivela che il totale di asset under management che si spartiscono le società di private banking ammonta a 558,7 miliardi di euro suddivisi in 457.351 clienti, un valore in netto aumento rispetto ai 504 miliardi del 2008 suddivisi, però, su un maggiore numero di persone, 607.580. In totale i private banker che operano in Italia sono 12.382, poco di più rispetto ai 12.310 del 2008. I quasi 559 miliardi di euro raccolti nel 2009 hanno visto protagoniste le banche commerciali italiane con divisioni o con istituti autonomi specializzati nel private banking. Con 320,7 miliardi e 260.753 clienti, 50 banche commerciali si dividono il 57% del mercato. Anche in questo caso l’ammontare rispetto all’anno precedente è aumentato (302,2 miliardi nel 2008). Sempre tra le aziende del Belpaese, l’8,9% del mercato si suddivide tra dieci istituti italiani specializzati con 49,5 miliardi di euro e 66.733 clienti. Nel 2008, le banche italiane specializzate nel private banking erano 13 ma il volume d’affari era leggermente più basso rispetto con 43,5 miliardi di euro (8,6% del mercato) e 78.096 clienti. La situazione è buona anche per le 35 banche d’affari estere che operano in Italia e che nel 2009 hanno raccolto 101,6 miliardi (il 18,2% del mercato servito) e 62.445 clienti. Rispetto al 2008, dunque, la quota di mercato è salita del 2,6% (era del 15,6% con 79,8 miliardi) ma il numero di clienti era decisamente più alto, 85.747 clienti. È invece in caduta libera la categoria della boutique finanziarie, delle Sgr e delle Sim che con 20,8 miliardi e il 3,7% del mercato (11.288 i clienti) nel 2009 ha fatto decisamente peggio rispetto al 2008 quando la quota era dell’8,6% con 21,2 miliardi e 13.809 clienti. Quattro reti di promotori finanziari nel 2009 si spartiscono il 7% del mercato con 39,1 miliardi di euro e 55.545 clienti. Nel 2008 la quota era minore con 30,6 miliardi, il 6,1% del mercato e 44.859 clienti. In lieve calo la situazione dei 105 family office italiani che nel 2009 si sono spartiti il 4,8% del mercato (27 miliardi di euro il capitale nelle loro mani) contro il 5,3 del 2008 quando il denaro a loro disposizione ammontava a 26,7 miliardi di euro.

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