Basilea III non spaventa più le banche europee

Le banche europee tirano un sospiro di sollievo: le nuove norme di Basilea III, approvate nel fine settimana dai banchieri centrali e che a novembre verranno presentate al G20, sono meno severe del previsto e verranno introdotte in modo graduale, con l’innalzamento dell’indice patrimoniale Tier1 minimo dal 2% al 4,5% (con un ulteriore cuscinetto, in caso di necessità,del 2,5% per arrivare così a una soglia complessiva del 7%) solo a partire dal 2013 (ma l’entrata in vigore integrale di Basilea III non avverrà che nel 2019). Il pressing della Germania, che paventava decine di miliardi di euro di ricapitalizzazioni per i propri istituti (sensibilmente esposti al rischio sovrano, come del resto quelli francesi, non a caso oggi tra i più effervescenti in borsa) ha avuto buon fine.

 

A tirare un sospiro di sollievo sono comunque anche le principali banche italiane come UniCredit, Intesa Sanpaolo, Banco Popolare o Mps, tutte impegnate in questi mesi da un lato ad approfittare di tassi che restano al minimo storico (e che per molti analisti americani sono destinati a rimanervi ancora a lungo, perché la Federal Reserve non consentirà un rialzo prematuro ed è pronta a riprendere gli acquisti di T-bond per calmierare prezzi e tassi), dall’altro a definire operazioni di dismissione di “valorizzazione” di attività non core, da Fideuram Vita (che sembra piacere a Old Mutual) alla stessa Banca Fideuram (sempre in predicato di tornare a Piazza Affari appena le condizioni dei mercati consentiranno di fare l’operazione a multipli che l’amministratore delegato, Corrado Passera, consideri congrui), da Pioneer Investmens a UniCredit  MedioCredito Centrale Spa (Mcc).

 

Quest’ultimo istituto, che all’interno del gruppo di Alessandro Profumo è specializzato nell’erogazione di finanziamenti e servizi per il Settore Pubblico e nella gestione degli incentivi alle imprese, interessa a Poste Italiane e Iccrea Holding che hanno già avviato una due diligence in vista dell’acquisizione. L’operazione sarebbe propedeutica alla trasformazione dello stesso Mcc nel veicolo per la costituzione della Banca del Mezzogiorno tanto cara al ministro dell’Economia e Finanze, Giulio Tremonti, che non a caso parlava già negli scorsi giorni di un “passaggio di enorme rilievo” per il progetto che sarebbe stato ufficialmente annunciato, come puntualmente accaduto. 

 

In tutto questo e mentre a livello europeo Deutsche Bank coglie la palla al balzo per proporre un aumento di capitale da 9,8 miliardi di euro col quale rafforzare il patrimonio e acquisire il controllo (per 7,7 miliardi di euro circa) di Deutsche Postbank (l’equivalente tedesco di Bancoposte), le attività legate al risparmio gestito sembrano per ora rimanere sullo sfondo, in attesa che lo scenario macroeconomico e i mercati finanziari consentano una migliore valorizzazione delle stesse. 

 

Dopo di che lo scontro è verosimilmente destinato a farsi più intenso, tanto più che come iShares (gruppo BlackRock) ha fatto notare proprio oggi, continua la crescita del mercato internazionale (oltre che in Europa e in Italia) degli ETF, strumenti di gestione passiva dai costi molto ridotti e di facile utilizzo che sembrano destinati a fare sempre più concorrenza a gestioni patrimoniali e fondi comuni. Come finirà? A voi la parola, sempre sulle pagine di Bluerating.

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