Unicredit, la resa dei conti

Chissà quanto sarà lunga questa notte per Alessandro Profumo. La notizia che domani pomeriggio è stato convocato un consiglio di amministrazione straordinario durante il quale i soci intendono avere maggiori ragguagli sul caso Libia e sull’operato dell’a.d. non sembra preannunciare nulla di buono.

Da tempo è noto che il presidente Dietler Rampl e l’amministratore delegato, Alessandro Profumo avrebbe una visione diversa sul futuro della banca di Piazza Cordusio. Ma non solo. Diversi azionisti avrebbero ormai apertamente chiesto un avvicendamento alla guida della banca di Piazza Cordusio e diversi consiglieri sarebbero pronti a sostenere una eventuale sfiducia in cda. Ad Alessandro Profumo, oltre alla mancata comunicazione dei movimenti dei soci libici, sarebbero imputati soprattutto i risultati economici al di sotto delle attese e la perdita di valore del titolo. E domani potrebbe arrivare la resa dei conti. 

Nel pomeriggio infatti i soci di Unicredit chiederanno l’a.d. cosa intende fare. Va bene il progetto di bancone, va bene l’idea della banca internazionale, ma i soci vogliono sapere se Mr Arrogance, così come è stato più volte soprannominato, ha intenzione di accettare qualcuno dei limiti che i soci intendono porre alla realizzazione della banca internazionale, almeno secondo la visione di Profumo, oppure si vedranno costretti a seguire altre strade.

E c’è chi giura che questa sfida così diretta nei confronti dell’a.d. potrebbe tradursi in una vera e propria sfiducia. Chi conosce bene Profumo, sa che non cederà e non scenderà a compromessi e quindi metterà sul piatto le sue dimissioni. Dimissioni che potrebbero essere accolte.

Tra l’altro secondo alcune agenzie non è da escludere l’ipotesi, che sarebbe stata avanzata nelle ultime ore, di una fase di transizione con le deleghe dell’a.d. affidate al presidente Dieter Rampl. Rampl è infatti riconosciuto come un interlocutore affidabile da un nucleo compatto di soci, privati, fondazioni e tedeschi, che da mesi chiedono una dialettica diversa con il vertice operativo della banca.

Si tratta, oltre alle fondazioni Cariverona, Crt e Carimonte, di azionisti del calibro di Allianz, Maramotti, Pesenti, pronti a far sentire la propria voce in un passaggio cruciale per la banca di cui sono azionisti stabili.

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