Un sostegno all’export

di Giuseppe De Lucia Lumeno

Lo scorso 12 novembre l’Istat ha diffuso la stima preliminare sull’andamento del Prodotto Interno Lordo nel III trimestre, cresciuto in termini reali dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti e dell’1% in confronto allo stesso periodo del 2009. Prosegue, quindi, per l’anno in corso l’andamento positivo del PIL, salito nei trimestri precedenti rispettivamente dello 0,5% e dell’1,3% in termini tendenziali.
A trainare l’economia nella prima metà del 2010 è stata senza dubbio la componente della domanda estera, con le esportazioni che, dopo avere chiuso il 2009 con una variazione negativa di oltre il 19%, hanno registrato tra gennaio e giugno una crescita complessiva e in progressiva accelerazione pari a circa il 6,4%, fattore, questo, che ha contribuito anche a favorire la ripresa degli investimenti in macchinari e attrezzature, aumentati di oltre il 7%, dopo essere scesi del 17% nel 2009.
La dinamica positiva delle esportazioni, alimentata dall’aumento della domanda mondiale, è proseguita anche nei mesi successivi. Gli ultimi dati aggiornati di fonte Istat indicano per il mese di agosto una crescita annuale dell’export in valore superiore al 30%, con incrementi particolarmente importanti per quanto riguarda il mercato comunitario (29%), gli altri paesi europei (31%), gli Stati Uniti (40%), l’area del Mercosur (46%) e la Cina (61%).
Secondo i dati diffusi dall’ICE (Istituto per il Commercio con l’Estero) congiuntamente con l’Istat nel suo annuario, le imprese esportatrici in Italia sono 183.774, di cui 181.757 (in pratica il 99%) di dimensione medio piccola, per una quota complessiva di esportazioni pari al 56%. In particolare, oltre una azienda su tre con un numero di addetti compreso tra 20 e 250 risulta essere attiva sul fronte dell’export, a conferma di come anche realtà produttive di grandezza più contenuta siano in contatto con i mercati esteri. Proprio queste sono le imprese che compongono per la maggior parte la clientela delle Banche Popolari, il cui portafoglio impieghi è rappresentato per oltre il 70% dalle PMI.
La vicinanza, infatti, della categoria verso l’imprenditoria minore è alla radice della storia e della tradizione del Credito Popolare, ispirandone la sua evoluzione nel corso degli anni fino ai giorni nostri. Un percorso, questo, che ha sempre posto al centro la figura del cliente e l’utilità di costruire insieme un rapporto di reciproco rispetto durevole nel tempo. Tale legame, così saldo, è risultato essenziale durante la crisi che ha investito l’economia a livello globale nei mesi precedenti.
La recessione provocata dalle perdite registrate sui mercati finanziari e dalla crescente mancanza di fiducia diffusa tra gli operatori economici ha portato ad una riduzione della domanda mondiale che si è tradotta in un crollo delle esportazioni del nostro Paese.
Da questo punto di vista, proprio le imprese medio piccole esposte maggiormente alla variabilità della congiuntura internazionale hanno risentito più delle altre delle difficoltà derivanti dalla fase negativa del ciclo economico e dalla conseguente riduzione degli scambi commerciali. Anche in questo caso, le Banche Popolari hanno saputo coniugare al meglio la capacità di ascoltare le esigenze e le necessità provenienti dal territorio e dal tessuto produttivo, continuando a mantenere alta l’erogazione del credito, come desumibile dal flusso di nuovi prestiti a PMI che negli ultimi anni è rimasto sostanzialmente stabile sui livelli precedenti la crisi e che nel corso del 2010 continua a mantenersi elevato (oltre 30 miliardi tra gennaio e settembre).
Inoltre, la categoria ha accresciuto i crediti all’esportazione, saliti da 4,5 miliardi di euro del 2008 a quasi 7 miliardi di euro nei primi mesi del 2010, ulteriore conferma di come le Banche Popolari, dopo avere svolto nei mesi più difficili della crisi economica il loro ruolo anticiclico di stabilizzazione del sistema produttivo e delle economie locali siano, adesso, pienamente attive per sostenere le PMI e permettere loro di cogliere le opportunità conseguenti alla crescita della domanda mondiale. Il supporto offerto dal Credito Popolare all’export è funzione del flusso delle merci, essendo per due terzi riconducibile a beni esportati nei paesi della Comunità Europea, per il 15% negli Stati Uniti, per il 6% negli altri paesi europei e per il 5% in Cina. In quest’ottica di sostegno all’internazionalizzazione delle imprese deve essere interpretato anche il recente accordo siglato dall’Associazione delle Banche Popolari con l’ICE, con lo scopo di fornire una concreta opportunità per le aziende di ottenere servizi di assistenza, consulenza e formazione da parte dell’Istituto e di accedere in maniera più semplice ed efficace ai servizi finanziari offerti dalle banche in un mercato più competitivo in vista della ripresa.

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