4 miliardi in 4 anni

Dal mese di luglio Apogeo Consulting SIM è controllata al 100% dal gruppo Azimut. A meno di sei mesi dall’annuncio Aldo Messa, amministrato delegato della rete, spiega ad ADVISOR quali vantaggi ha portato questa acquisizione e quali sono gli obiettivi di crescita della SIM da lui guidata. Obiettivi da raggiungere in quattro anni.

Cosa distingue Apogeo dalle altre reti del gruppo Azimut?

Un elemento distintivo di Apogeo all’interno del gruppo Azimut risiede nella struttura della rete, una struttura piramidale che, però, si rivela snella rispetto al concetto tradizionale di piramide.
In particolare, oggi abbiam tre capo-manager per le aree del Nord-Ovest, del Nord-Est e del Centro-Sud. Queste figure svolgono anche funzioni di direttori commerciali. Poi c’è un secondo livello manageriale e poi la rete di promotori finanziari. Solo in alcune zone è previsto un livello manageriale intermedio.

E in termini di offerta, quali sono le peculiarità di Apogeo?
Possiamo contare su una proposta multimanager che, naturalmente, ha la sua spina dorsale nei prodotti Azimut. Quello che però distingue la nostra gamma multimanager è la presenza di strumenti a carattere previdenziale, particolarmente efficaci nell’ottica della pianificazione finanziaria. Questo tipo di offerta è frutto della nostra partnership assicurativa con Cattolica.

Allargando lo sguardo all’intero panorama distributivo italiano, qual è l’elemento caratteristico di Apogeo?

L’elemento che ci diffierenzia nel panorama italiano è l’aspetto dimensionale. Spesso nel mondo delle reti vige la regola dei grandi numeri, ma quando abbiamo pensato ad Apogeo abbiamo pensato subito ad una realtà di nicchia. Per questa tipologia di reti distributive ritengo che possano esserci ancora grandi opportunità. Esiste un notevole margine di crescita per le reti di piccole e medie dimensioni.

In termini di numeri cosa intende per rete di nicchia?
A regime puntiamo ad avere 400 private banker. Oggi possiamo contare su circa 70 professionisti provenienti dalla ex-Cattolica SIM con i quali stiamo facendo un lavoro importante di conversione ed evoluzione da promotori più orientati all’aspetto assicurativo a veri e propri private banker. In questi mesi abbiamo invece reclutato altri 75 promotori finanziari con esperienza in ambito private.
A livello di masse, il nostro patrimonio gestito e amministrato è pari a 820 milioni di euro. Mentre a regime vorremmo avere masse per 4 miliardi di euro. Obiettivi che pensiamo di raggiungere in quattro anni.

Al momento siete quindi in cerca di nuovi private banker?
Sì, stiamo reclutando promotori e manager di reti con un’esperienza acquisita e comprovata nel settore.
E soprattutto vogliamo professionisti che abbiano la propensione ad aver un rapporto continuativo con clienti quindi dotati di qualità specifiche in termini “relazionali”.

Concretamente, da luglio, cosa cambia per Apogeo?
E’ importante in questo settore appartenere a un gruppo forte, soprattutto per realtà di nicchia come la nostra che voglio distinguersi nel panorama italiano. Questa appartenenza ci assicura un’offerta caratterizzata da prodotti di qualità, ma non è l’unico punto di forza di Apogeo.

Qual è l’altro punto di forza della rete Apogeo?
La nostra struttura azionaria. Oggi il 32% del nostro azionariato è in mano alla rete. I promotori hanno possibilità di voto nel Cda e hanno un loro rappresentante nel Cda. Questo permette la creazione di un legame forte e duraturo con i private banker.

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