Promotori – A volte ritornano

di Denis Masetti

La vicenda Banca Sara, alla fine acquisita da Banca Fideuram, é rappresentativa della realtà delle reti di promotori finanziari oggi in Italia: pochi gruppi e concentrati nelle mani di grandi banche o compagnie di assicurazione. E Banca Fideuram, che fa capo al piu grande gruppo bancario italiano Intesa Sanpaolo, ha tolto le castagne dal fuoco anche a Banca Italia che da tempo cercava una soluzione, un porto sicuro per Banca Sara. In verità Banca Sara non era un outsider, ma il piu innovativo progetto di rete di distribuzione di prodotti finanziari nato nell’ultimo decennio in Italia col nome di Banca della Rete. Nato con l’ambizioso intento di creare sinergie fra una rete di promotori finanziari, una grande banca quale era Banca di Roma e, nell’era delle nuove tecnologie, con l’ utilizzo ampio di strumenti informatici. E proprio per questo una quota era stata acquisita anche da Telecom.

La guida della rete veniva affidata a Piero Gavazzi, esperto di distribuzione con un passato in Mckinsey e nel gruppo Fideuram. Inoltre il cuore della rete fu costruito attorno a Mario Incrocci leader in Sanpaolo Invest, società facente capo a Fideuram, che nel lontano 2002 portò con sé oltre duecento promotori finanziari dando cosi il via ad una rete che sembrava destinata a un grande successo. Poi vennero le integrazioni fra i gruppi bancari, Banca di Roma si fondeva con Unicredit che, a sua volta, gia controllava la rete Finecobank; e il brillante Matteo Arpe, allora a capo del progetto di integrazione, decise di disfarsi rapidamente di Banca della Rete finita così al gruppo Sara Assicurazioni. Sono seguiti anni di crescita limitata – uscito anche Mario Incrocci per passare a Banca Monte dei Paschi con i suoi fedelissimi – fino a un lungo ma inesorabile declino. Anni di perdite che hanno eroso il capitale e convinto il gruppo Sara a passare la mano. Oggi l’operazione é complicata perché i costi fissi della banca sono appesantiti da oltre cento dipendenti e circa settanta agenzie con ricavi medi inferiori alla media di mercato.

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