Promotori – Il valore di un promotore

di Denis Masetti

Pioneer, la società di gestione dei fondi che fa capo a UniCredit, è in vendita e si stanno valutando le carte per arrivare ad una offerta. La due diligence vede impegnate alcune pretendenti di prestigio. In primis Natixis, gruppo francese che fa capo alle banche popolari d’oltralpe e che ha avuto non pochi problemi nel terremoto finanziario dello scorso anno facendo ampiamente ricorso ad aiuti pubblici; poi Amundi, altro colosso francese nato dalla integrazione fra le attività nel risparmio gestito di Crédit Agricole e Société Générale, e la meno conosciuta società americana Ameriprise. Non è assolutamente detto che i pretendenti siano limitati a questi nomi: è solo un problema di prezzo. Infatti Pioneer ha masse gestite per oltre 180 miliardi di euro e alle valutazioni di circa il 2% è un boccone da non meno di 3,6 miliardi di euro. Sarebbe poi un peccato che l’unico vero gruppo internazionale con forte presenza negli Stati Uniti, frutto della politica di crescita globale attuata dal gruppo UniCredit sotto la guida di Profumo, finisse in mani straniere.

Si tratta pur sempre del secondo gruppo del risparmio gestito italiano e, se le voci di mercato fossero vere, potrebbe unirsi alle società del gruppo Intesa Sanpaolo e diventare uno dei piu grandi operatori del mondo. Ma non è semplice, gia oggi UniCredit ha una forte duplicazione di prodotti, fonte di precedenti acquisizioni come quella di Capital Italia, ben 198 prodotti che si aggiungerebbero ai 333 prodotti gestiti dal gruppo Intesa Sanpaolo. Il processo di integrazione sarebbe assai complesso e le sinergie tutte da dimostrare. L’eventuale cessione di Pioneer avrebbe un inpatto limitato nella realtà distributiva che fa capo a UniCredit. Infatti la rete dei promotori di FinecoBank è il frutto di varie integrazioni di più strutture (Fineco, Xelion, Ing) ed è oggi orientata alla distribuzione di prodotti gestiti da varie società e non dovrebbe assolutamente cambiare alcunché nel suo posizionamento che punta ad integrare promotori e servizi informatici avanzati per una forte operatività online.

C’è da rilevare che tutti questi cambiamenti avvengono da anni senza che le reti di promotori ne siano adeguatamente coinvolte, spesso lo stesso promotore apprende dagli organi di stampa che è cambiato il gruppo di appartenenza della propria società mandante e quasi sempre senza alcun vantaggio per le proprie tasche. Infatti, se è vero che il valore di una società ceduta si calcola sull’entità del portafoglio gestito e che mediamente le transazioni avvengono a una valutazione attorno al 2%, questo significa che se i promotori hanno un portafoglio medio di 10 milioni di euro, tale portafoglio vale almeno duecentomila euro. Ma ci sono casi di professionisti che dopo anni di lavoro hanno portafogli che arrivano a 50 milioni di euro e che valorizzati con il criterio descitto valgono sul mercato un milione di euro.

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