Art Advisory – Si fatica a recuperare

“Il 2011 per il mercato dell’arte non è iniziato nel migliore dei modi e le tenui speranze degli operatori di fare buoni risultati non si sono trasformate in certezze”, queste le parole di Pietro Elia, Art Advisor, che abbiamo incontrato per fare il punto sul settore. “Le ultime importanti aste ci consegnano risultati deludenti, sia per quanto riguarda le quotazioni che per la qualità delle opere rimaste invendute, basti osservare che i tre lavori di Giacometti proposti (da Sothebys per l’asta dell’8 febbraio e sempre a Londra da Christie all’asta del 9 febraio 2011) non hanno trovato un acquirente, inoltre la maggior parte delle opere vendute non è riuscita a realizzare un prezzo che superi il valore medio di stima. Il mercato non può far fede solo su casi isolati ed estemporanei dei soliti magnati russi, il sistema ha problemi che non riesce a superare”.

Le speculazioni del 2004-2007 rimangono un ricordo. “Di quel periodo possiamo incorniciare una foto fatta di quotazioni elevate e di eccellenti capolavori passati di mano”, una situazione che sarà difficile rivivere nei prossimi anni.

I numeri non possono muoversi solo in verticale ma anche in orizzontale. “La finanziarizzazione del mercato dell’arte” ovvero l’incremento forzoso del valore del prodotto artistico attraverso l’uso di leve economiche, che non hanno più come riferimento guida il valore tradizionale e intrinseco dell’opera, “non può prescindere dalle altre componenti del sistema dell’arte e dai soggetti che di questo fanno parte”.

Ci sarà sempre un livello top “dove si potrà interpretare il mercato in maniera estrema, ma per l’investitore ci saranno sempre maggiori difficoltà per accedere e beneficiare completamente delle possibilità di risultato”.

Contestualmente stiamo osservando una mutazione anche dei luoghi dell’arte, “che stanno traslocando sempre più dalla loro realtà fisica a quella virtuale”. Una della ultime iniziative è la nascita di VIP ART FAIR, una delle prime fiera d’arte completamente virtuale.

“Il rapporto con l’opera d’arte si fa sempre più rarefatto e nel processo d’opzione d’investimento ci sarà sempre più bisogno di figure guida. Non basta infatti leggere i listini di borsa per capire se un titolo ha un reale valore e se le nostre attese di beneficio saranno premiate”.
 

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