Fonsai nel mirino di Groupama

La compagnia transalpina, come riporta Ansa, «non è disinteressata» – ha confermato l’amministratore delegato, Jean Azema – ad entrare nel capitale del gruppo assicurativo controllato dalla famiglia Ligresti. «Credo che questo sia il momento giusto per investire nell’assicurazione in Italia», ha affermato a Parigi presentando i conti 2010 della compagnia, chiusi con un utile di 387 milioni (-41,4% sul 2009) e una raccolta premi salita dell’1,4% a 14,7 miliardi, 1,5 dei quali prodotti in Italia (+8%). Groupama ha stretto un accordo con i Ligresti per rilevare, nell’ambito dell’aumento di capitale da 225 milioni varato da Premafin, una quota del 17% della holding al prezzo di 145 milioni. «Un investimento – ha spiegato Azema – che sul piano finanziario può essere interessante vista l’attuale valorizzazione della società (il titolo, come quello di Fonsai, viaggia a livelli molto bassi per problemi di redditività e indebitamento, ndr)».

Che Premafin sia ‘il mezzò e Fonsai ‘il finè viene confermato implicitamente dallo stesso Azema quando afferma che «la partecipazione in Premafin potrebbe inoltre avere un interesse nel caso ci fossero evoluzioni nella struttura di questo gruppo». Cioè nel caso in cui la famiglia Ligresti decidesse di cedere il controllo di Fonsai, della Milano Assicurazione o di altri asset del business assicurativo. L’ingresso dei francesi in Premafin è subordinato al responso – atteso non prima della prossima settimana – che darà la Consob al quesito sull’eventuale esistenza di un obbligo di opa su Premafin e le sue controllate che dovesse scaturire dal riassetto della holding. Groupama ha detto che se la Consob ravvisasse un cambio degli assetti di controllo (il prezzo a premio offerto dai francesi ha alimentato dubbi in proposito), e un conseguente obbligo di opa, si tirerebbe indietro. Su questo punto però Azema ha lasciato una porta aperta, a dimostrazione di quanto Groupama sia interessata a Premafin e Fonsai (di cui i francesi hanno già ipotizzato nel quesito alla Consob la possibilità di rilevare il 20% del capitale).

«Per ora abbiamo l’approvazione del Cda per fare questa operazione – ha spiegato – se non otterremo il via libera della Consob, ma non vedo per quali ragioni, il consiglio d’amministrazione esaminerà altre possibilità». Tra queste Azema ha definito «possibile», dal punto di vista delle risorse finanziarie, un’opa su Premafin ma ha precisato che al momento «la famiglia Ligresti non ha intenzione di lasciare il controllo della società». Anche se teoricamente realizzabile, specialmente dopo che i Ligresti verranno diluiti dall’aumento di capitale, un’opa ostile appare difficilmente praticabile. Azema ha anche parlato di Mediobanca, di cui Groupama è socia e membro del patto di sindacato. La quota non è stata svalutata e la vendita dell’1,8% non vincolato al patto, ha aggiunto, «non è d’attualità».

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