Promotori – Non è un paese per giovani

di Luca Spoldi

Esiste una correlazione tra l’andamento degli indici di borsa e l’attrattività della professione di promotore finanziario? A prima vista l’ipotesi sembrerebbe plausibile, ma un esame svolto da Bluerating comparando il numero degli iscritti all’Albo PF e l’andamento dell’indice MSCI World negli ultimi 10 anni mostra che così non è. Se il celebre indice che rappresenta un paniere dei principali titoli quotati sulle maggiori borse mondiali mostra, sia pure con due marcati ribassi, nel 2002 e nel 2008, un andamento tendenzialmente crescente, con una punta massima toccata a fine 2007 prima che esplodesse la crisi finanziaria legata al crack di Lehman Brothers (a fine 2010 si era peraltro già tornati a livelli superiori a quelli del dicembre 2005), il totale degli iscritti all’Albo PF è in progressivo calo ormai dal 2002, con una riduzione che tende ad accelerare nell’ultimo triennio (si passa dai circa 61.500 promotori del 2007-2008 a meno di 56.500 attuali). I periodi di forte crisi finanziaria ed economica incidono sicuramente sulla professione, se non altro perché tendono a diminuire il reddito disponibile e contemporaneamente ad aumentare il premio per il rischio richiesto dai risparmiatori, portando questi ultimi ad optare per prodotti a reddito fisso il cui collocamento è spesso molto meno redditizio che non nel caso di prodotti legati a investimenti di tipo azionario.
Un doppio fenomeno che rischia di ridurre la raccolta e renderla meno redditizia, portando ad un incremento della concorrenza che tende a far uscire dal mercato la fascia più marginale di professionisti, incapaci di generare un sufficiente flusso provvigionale. Allo stesso tempo, tuttavia, non accenna a diminuire il fascino della professione presso i giovani. Secondo quanto confermano a Bluerating fonti presso l’organismo di gestione dell’Albo PF, il numero di coloro che si iscrivono per sostenere l’esame di stato è anzi in costante aumento, tanto che lo scorso anno si è arrivati a 5 mila domande, rispetto alle 4 mila dell’anno precedente. Inoltre esaminando la composizione della componente “attiva” degli iscritti all’Albo medesimo (circa 37 mila promotori ad oggi) si nota come a fronte di un 10% di iscritti oversessantenni, gli “under 30” siano non più del 3% (percentuale che invece sale al 50% circa di chi si iscrive all’esame di stato, prova ormai completamente rinnovata rispetto ad un passato ancora recente), mentre il grosso delle forze in campo è rappresentato da promotori under 40 anni (28% del totale) o under 50 anni (65% del totale grazie ad un 37% di professionisti tra i 40 e i 50 anni). Non propriamente dei ragazzini alla ricerca di un primo impiego qualsiasi, dunque, ma professionisti motivati in grado di raggiungere risultati concreti in qualsiasi stagione di borsa.

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