Promotori – Doris rafforza il patrimonio dell’accomandita di famiglia

di Luca Spoldi

Anche Mediolanum soffre la crisi e lo stesso Ennio Doris ammette: “nel 2010 gli utili saranno inferiori a quelli 2009”, ma questo non fa venir meno l’ottimismo all’amministratore delegato e socio di riferimento del gruppo, assieme alla famiglia Berlusconi convinto che nel 2011 “guadagneremo di più, perché le masse stanno aumentando” e che per i prossimi 10 anni punta a raddoppiare il numero dei clienti e triplicare gli asset. Doris per la verità ottimista lo si è sempre dimostrato, anche nei momenti più difficili per il settore e per i mercati finanziari e con qualche ragione, almeno a livello personale. Dopo l’incorporazione nella cassaforte di famiglia, Fin.Prog. Italia Sas (Finanziaria Programma Italia) della lussemburghese Herule Finance sa, l’utile netto dell’esercizio 2009-2010 dell’accomandita, chiuso a fine maggio, è rimasto stabile sui 7,9 milioni di euro (contro gli 8 dell’anno precedente) ed è stato interamente destinato a riserva ma il patrimonio è praticamente raddoppiato, con immobilizzazioni finanziarie che dai 459,8 milioni di euro del maggio 2009 sono volate a 967,9 milioni. Di queste la sola quota del 26,58% in Mediolanum (cui vanno sommate le quote controllate direttamente da Doris, 3,16% e indirettamente tramite H-Invest, 0,11%, più quelle facenti capo alla moglie, Lina Tombolato, complessivamente pari al 6,66% per un totale pari al 36,51% leggermente superiore alle quote di Fininvest, ferma al 35,13%) è stata valorizzata 883,1 milioni di euro. Sfiora il raddoppio così anche il patrimonio netto, che vola da 442,6 a 810,9 milioni di euro di cui 437,6 milioni di utili portati a nuovo e 357,5 milioni dalla voce “altre riserve” riferita all’avanzo da fusione con Herule. Avanzo da fusione che fa salire anche il capitale sociale di Fin.Prog. Italia (da 4,1 a 6,9 milioni di euro, a fronte di un capitale deliberato di 8,3 milioni, destinato dunque ad aumentare ulteriormente nei prossimi esercizi) ma che non ha ridotto l’impegno della famiglia, visto che la voce “finanziamenti infruttiferi dei soci” passa da 24,8 a 145,5 milioni di euro (debiti cui vanno sommati i 26,5 milioni contratti col sistema bancario).

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