Se il commercialista è anche un consulente finanziario

Può un commercialista fare anche il consulente finanziario? Ecco un interrogativo che sembra destinato a far discutere nei prossimi mesi, soprattutto se verrà creato l’Albo unico dei cf che comprenderà anche il popolo dei consulenti autonomi, cioè i professionisti fee-only che vengono remunerati con le parcelle pagate dai clienti e non hanno legami economici con le società che fabbricano i prodotti d’investimento.

COSA DICE LA LEGGE – La figura del commercialista è attualmente incompatibile con quella del consulente finanziario abilitato all’offerta fuori sede (l’ex-promotore), che viene pagato con le commissioni di retrocessione delle sgr. A stabilirlo è la legge che ha istituito il Consiglio nazionale dei commercialisti e degli esperti contabili (il decreto legislativo n. 139 del 2005). La stessa legge dice contemporaneamente che i commercialisti possono invece “svolgere un’attività di studio e analisi finanziaria” che costituisce, implicitamente o esplicitamente, una forma di consulenza di investimento per i clienti. Dunque, come conferma a Bluerating.com Lorenzo Sirch, componente del Consiglio nazionale dei commercialisti e degli esperti contabili delegato alle materie finanziarie, “la figura di commercialista non è incompatibile con quella di consulente autonomo (o indipendente n.d.r.)”.

GESTORI DEL PATRIMONIO –Tra i programmi del nuovo Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili, insediatosi a febbraio sotto la presidenza di Massimo Miani, c’è proprio l’obiettivo di promuovere la figura del commercialista come punto di riferimento per la gestione dell’intero patrimonio del cliente, comprese le attività di wealth management. Se così fosse, l’esercito dei consulenti finanziari autonomi potrebbe crescere come un fiume in piena, visto che i commercialisti italiani sono circa 120mila. Nasce però spontaneo un interrogativo: se un commercialista vorrà svolgere l’attività di financial advisor dovrà affrontare un esame dopo un apposito tirocinio per iscriversi all’Albo dei consulenti finanziari gestito dall’Ocf? Sirch ritiene di no, poiché l’abilitazione all’esercizio delle professione di commercialista è più che sufficiente. “Tuttavia”, aggiunge Sirch, “credo che siano necessari una riflessione e un confronto su questo punto, oltre a qualche modifica legislativa per definire meglio gli ambiti di attività in cui si può muovere la nostra categoria”.

IL TEST È INDISPENSABILE? – Diversa la posizione di un esponente della consulenza finanziaria come il presidente di Ascosim, Massimo Scolari (nella foto). Anche Scolari sottolinea la potenzialità di crescita che avrebbe la consulenza finanziaria indipendente qualora questa professione venisse svolta anche commercialisti. Ma il presidente di Ascosim aggiunge: “non è detto che un commercialista che ha sempre svolto consulenza fiscale sia in grado di dare consigli di investimento adeguati, così come un financial advisor non può ovviamente improvvisarsi consulente fiscale”. In altre parole per Scolari chiunque voglia svolgere la professione di consulente finanziario, commercialisti compresi, non potrà evitare di sottoporsi a un apposito esame.

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