Promotori – Le ambizioni di Azimut, tra conferme e smentite

Di Luca Spoldi

Se sul fronte dei reclutamenti l’uscita di Roberto Lanzetti per Banca Generali è stata più che compensata dall’arrivo di Giovanni Andalò e Massimo Longhin, entrambi ex di Banca Sara e il trimestre si è chiuso con un saldo positivo di 45 nuovi ingressi che porta il totale a 1404 promotori, sul fronte della raccolta marzo si è chiuso con un risultato netto positivo per 113 milioni di euro che porta il totale delle masse gestite a 14,7 miliardi di euro (16,7 miliardi comprendendo anche il risparmio amministrato e le case terze). Numeri che portano Massimo, un lettore di Bluerating, a commentare: “In fondo è da sempre la miglior società del settore. Ci sarà un perché!”, cui un collega risponde: “merito della rete di distribuzione. Che continua a crescere”. Anche se poi un altro promotore osserva: “I dati si possono interpretare in modi diversi, io mi chiedo quale è il suo attuale progetto? Casa madre monobrand e aziende satelliti multibrand: che confusione!” Ma a far parlare, sulle pagine di Bluerating e su tutta la stampa nazionale, del gruppo guidato da Pietro Giuliani (nella foto) oltre ai numeri sono le dichiarazioni dello stesso numero uno, che da tempo va ripetendo di essere interessato ad “acquisizioni importanti” in Italia.

Concetto di recente ulteriormente precisato con la dichiarazione di una esplicita disponibilità “a prestarmi a operazioni di finanza straordinaria su Banca Fideuram, purché organizzate con una logica industriale”, operazione peraltro, ha aggiunto Giuliani, che nessuna banca d’affari ha ancora prospettato. “Il problema di fondo – ha concluso Giuliani – è che nessuno si prende la briga di passare all’azione”. Parole che in Fideuram non si sono volute commentare anche se è trasparso un certo fastidio per ipotesi che off the record vengono giudicate “fantasiose” e “prive di ogni fondamento”, tanto più dopo che Corrado Passera, consigliere delegato della controllante Intesa Sanpaolo, dopo l’annuncio di un prossimo aumento di capitale da 5 miliardi di euro ha ribadito l’interesse strategico del gruppo per arrivare all’Ipo di Banca Fideuram “in tempi brevi, ma senza fretta”. Intanto però gli analisti continuano a tenere d’occhio il titolo Azimut, inserito dagli uomini di Deutsche Bank nella lista dei titoli preferiti con un target price di 10 euro, mentre Banca Akros ha alzato il target price da 8,5 a 9 euro confermando il consiglio di accumulare il titolo. Semplici coincidenze o c’è sotto qualcosa?

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