Promotori – Anche le Iene sbagliano?

di Luca Spoldi

L’intervista della “iena” Marco Berry resa pubblica nel corso della conferenza dal titolo “La consulenza finanziaria dalla parte del cliente”, tenutasi durante il Salone del Risparmio 2011 di Milano, ha generato come prevedibile qualche reazione non propriamente tenera nei confronti del giornalista, anche se non è mancato chi, tra i lettori di Bluerating, ha invitato a fare un poco di autocritica. Se tra i primi commenti prevale l’incredulità come quella di chi si augura che “si tratti di uno scherzo e che la maggior parte dei colleghi siano persone corrette e competenti”, un altro ricorda “che Berry è coazionista di una sim di consulenza” e aggiunge: “basta con queste generalizzazioni, ci sono Pf bravi e altri meno, Pf coscienziosi e altri affatto. Ne più ne meno di idraulici, notai e cuochi”. Il che è indubbiamente vero come è vero quello che aggiunge un altro professionista che sulla base della propria esperienza spiega: “Dipende dalla società, io ho cambiato e vi assicuro che ci sono molte differenze tra le società. Poi bisogna a volte saper rinunciare al guadagno facile e non collocare prodotti che non faranno guadagnare il cliente, dipende dalla forza che hai e dal portafoglio, non siamo tutti uguali per fortuna!”.

Certo al di là delle critiche sul metodo e sul soggetto utilizzato per l’intervista (sintetizzate efficacemente da un nostro lettore che sottolinea: “Le iene potevano intervistare un raffinato sommelier e invece si sono accontentate di un volgare ubriacone fuori da un’osteria. Che tristezza”), vien da pensare che in Italia e forse non solo fare informazione su tematiche che hanno un inevitabile impatto economico (non solo in ambito strettamente legato al risparmio gestito, basti vedere ad esempio le reazioni inviperite che ha suscitato in larga parte della rete italiana l’inchiesta della trasmissione di Rai3 “Report” dedicata ai potenziali rischi per chi utilizza con troppa leggerezza i social network) è oggettivamente difficile, vuoi perché spesso ci sono poche fonti attendibili, vuoi per i potenziali conflitti d’interesse che coinvolgono anche giornalisti ed editori. Ma vuoi anche per l’eccessiva “vis polemica” che talvolta sembra essere l’unico tratto in grado di unire realmente il pubblico di lettori o telespettatori italiani dalle Alpi alla Sicilia.

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