Anasf, IX Congresso Nazionale LIVE: La cronaca completa

14 MAGGIO

9.40 Giornata di sole in quel di Parma e intanto all’interno dell’Auditorium Paganini è tutto pronto per la terza giornata di lavori. Tra pochi minuti avrà inizio il convegno “Le reti dei promotori finanziari, tra ricambio generazionale e nuovi modelli organizzativi“. Interverranno Guido Cammarano, presidente emerito di Assogestioni, Giacomo Campora, ad di Allianz Bank FA, Elio Conti Nibali, presidente Anasf, Giuseppe D’Agostino, responsabile divisione intermediari Consob, Ennio Doris, presidente Banca Mediolanum, Armando Escalona, Antonello Piancastelli, responsabile direzione rete Fideuram e Antonio Spallanzani, presidente Assoreti.

9.51 Si parte con un filmato dedicato alla presentazione dell’Associazione. Ogni lettera di ANASF rappresenta un impegno, un progetto.’Focus su  formazione e normative. Sono 13.071 gli associati. Una delle battaglie più sentite è stata sicuramente la creazione dell’Albo. Si proseguirà con i seminari, un percorso iniziato 13 anni fa.

9.56 Sul palco sale il dott. Fabrizio Fornezza per presentare una ricerca di Gfk Eurisko sulla figura del pf tra presente e futuro. Si parlerà di percezione del pf e delle reti, della carriera del promotore e infine si proporranno degli appunti per una strategia futura. “L’immagine sociale delle reti e del promotore sta migliorando, ma manca ancora una percezione del pf come gestore del rischio. Vi è però da dire che la soddisfazione della clientela assistita è elevata, in confronto ad altri canali, tuttavia essa dipende dai cicli di mercato. In merito al brand, questo settore non ha ancora espresso il suo potenziale. In sostanza ci sono più clienti che fama. Le banche commerciali stanno investendo poco su quest’aspetto.” Si passa al punto di vista dei candidati potenziali: “La percezione appare ambivalente: può essere svolta con serietà e competenza ma la figura si presta a rappresentazioni schiacciate sul fronte commerciale. La figura del pf è ricca di tratti valorizzanti ma a volte questi sono legati a luoghi comuni di minor pregio sociale, comme ad esempio il preconcetto di venditore invadente. Sui nuovi candidati pesa l’idea di una professione facile, per tutti: questo rischia di appiattire l’immagine del professionista”. Si conclude sulle strategie future, evidenziando in maniera puntuale quanto precedentemente espresso. “Siamo un sistema di eccellenza, serve una forte strategia di marca”.

10.21 L’intervento termina. Salgono sul palco i protagonisti della tavola rotonda. La prima parola è di Elio Conti Nibali sullo stato di salute della professione: “Ringrazio tutti i presenti. In particolare le persone sul palco con le quali ho lavorato assieme con grande rispetto. I modelli possono essere tantissimi, ma la cosa fondamentale è che si crei un ambiente favorevole alla professione. Serve la valorizzazione di una attività al servizio del risparmiatore. Dobbiamo farlo tutti, bisogna fare sistema. Siamo bravissimi a fare gli squali nel nostro stagno, ma bisogna imparare a nuotare al di là del classico sistema bancario.” Parola a Giuseppe D’Agostino: “Bisogna incanalare la consulenza in una modalità di servizio. E’ negativo ricondurre la valorizzazione del servizio reso alla mera performance. Serve una mission chiara. Servire il cliente non significa vendere prodotti”. Una delle maggiori critiche che la vigilanza fa è che una volta effettuata la consulenza, il portafoglio diviene una statua che non viene più monitorata. Non si vive solo di congiunture. Serve rompere la correlazione tra remunerazione del servizio e andamento dei mercati. Il buon medico ha successo sulla base della capacità di diagnosi, non in riferimento alla tipologia di farmaco che va a consigliare” . E’ il momento di Guido Cammarano “A mio avviso invece senza la performance non si va da nessuna parte, inoltre no ncondivido la posizione critica di Elio conti Nibali sul sistema bancario. I promotori hanno consentito ai risparmiatori di investire negli strumenti del gestito con competenza. Il promotore spesso è isolato e a mio avviso bisogna uscire da questo approccio artigianale partendo dalla considerazione che vi sono promotori bravi e alti meno bravi. In sostanza va ripensata la struttura monocellulare a favore del lavoro di squadra. Conoscenza deve essere un fattore comune e serve un controllo ex post del servizio offerto” .ORa la voce è di Antonio Spallanzani “Nel 2008 la qualità del servizio dei pf si è mostrata in pieno, attraverso una migrazione salvifica del portafoglio verso prodotti meno rischiosi e a basso tasso commissionale. Tutto nell’ottica di preservare la fiducia del cliente. In merito alla riduzione del numero dei pf, ritengo che, nonostante le uscite, il sistema ha saputo reggere molto bene. Le reti comunque devono crescere è una necessità, anche nel numero dei pf. Ogni pf gestisce in media 164 clienti, ma un buon professionista non può assistere al meglio i risparmiatori con numeri suporiori a questo.” Ora interviene Ennio Doris “E’ come tornare a casa, dato che sono anche io un promotore. L’attuale situazione ricalca la dinamica degli anni 70, quando il mercato era in difficoltà. Ma chi ha resistito poi è riuscito a emergere al meglio negli anni 80. Chi è sopravvissuto in quesgti ultimi anni costruirà il futuro anche per gli anni. Siamo tutti nati come venditori di fondi azionari, poi è venuta la crisi con chi si domandava se ci sarebeb stato un futuro per il gestito. Poi invece l’industria si è ripresa e sono nati molti altri prodotti. Il nostro lavoro è di guida alle esigenze del cliente. Non è una professione facile, è come saltare da un trapezio all’altro senza rete protettiva. Non siamo più venditori di fondi ma facciamo una attività a 360 gradi. Bisogna capire perchè ,nonostante il servizio sia migliorato, la questa di mercato dei promotori è rimasta costante” Parola a Giacomo Campora ” E’ finita la fase pionieristica. E’ cambiata la posizione delle autorità, molto più attente alle tematiche del risparmio. Ci siamo adoperati nel gestire al meglio le nostre strutture di controllo e abbiamo rivisto a ragione i piani commissionali. Il punto chiave del successo del promotore è la flessibilità. L’impatto della Mifid è stato determinante. Ora ci attendono le sfide della mobilità (i-pad, internet, ecc),della consulenza ( a tal proposito il termine promotore finanziario non è molto efficace) e del ricambio generazionale. Sono scettico sui consulenti indipendenti perchè non so dove troveranno tutti i soldi per fare gli investimenti in formazione e tecnologia che le reti puntualmente fanno. A mio avviso la performance invece è molto importante, ma no nquella di breve periodo. E per performance intendo la capacità del promotore di seguire il clienti a seconda delle stagioni del mercato”. Parla Antonello Piancastelli “Le banche non credo che si ridurranno. Facciamo fatica a fare percepire alle famiglie il ruolo chiave del pf nella pianificazione finanziaria. Senza l’interesse per il cliente una guida di questo tipo è impossibile e da questo punto di vista il pf si eleva dal comune bancario. Negli Usa il 40% delle famiglie si affida a un consulente. La nostra grande sfida è fare emergere l’importanza del servizio, poi sta a noi dare ai professionisti gli strumenti, la formazione, le competenze e meccanismi remunerativi innovativi per servire al meglio il mercato” E’ la volta di Armando Escalona “Siamo cresciuti spingendo in maniera molto convinta sui giovani. Bisogna credere per fare delle cose. Anche io mi sento a casa avendo iniziato come consulente finanziario. Condivido l’appello a cambiare il nome di promotore finanziario. Quale contratto regola la professione? Non è chiaro e questo è un problema nin per la comprensione della professione per le nuove leve. Se paragoniamo il pf a un medico, dandoci un ruol osocialmente utile, serve quindi un passo avanti: perchè non esiste la possibilità di costituire una persona giuridica, ad esempio lo studio associato, che sarebbe un luogo ideale di crescita professionale e visarebbe migliore possibilità di controllo dei rischi, anche di frode. Ogni associazione può dare il suo contributo e tutte potrebberò partecipare alla gestione dell’Albo. ” La palla ritorna a D’Agostino “Sto prendendo appunti. La vigilanza deve valutare gli spunti del mercato. Il pf non deve essere pensato come una monade, bensì come il portatore di una missione aziendale nel territorio. Bisogna inoltre ripensare alla remunerazione sulla base della costumer satisfaction. Eliminerei il termine “indipendenza” all’interno della consulenza finanziaria, perchè questo viene utilizzato spesso con grande demagogia. Non serve contrapporre i pf ai fee only perchè ognuno risponde a diversa clientela ed esigenze” Su questo tema interviene Doris “Non c’è nessuna società che investe nella formazione dei cosnulenti indipendenti. Pensando alla Germania la qualità è terribile. Io ne ho assunti 300 e li ho mandati via tutti. Nella mia opinione in questo lavoro serve un know how pazzesco. Solo una azienda può offrire ciò. A titolo esemplificativo noi abbiamo fatto 18 giorn idi formazione. Spero che gli indipendenti rimangano fuori dal nostro paese” La palla passa di nuovo a Campora “l’atteggiamento disciplinare nei confronti dei promotori è importante e in questo Mediolanum è la più rigorosa. Però a livello di associazione, serve un’azione atta a mettere in evidenza i buoni professionisti dai cattivi. In merito al contratto non trovo che sia da disprezzare quello d’agenzia e non mi trovo d’accordo sull’ipotesi dell’Associazione professionale in quanto la ritengo difficilmente controllabile.” Poi di nuovo Escalona “Condivido l’importanza del controllo del rischio ma il mio avviso il contratto dovrebbe essere coerente con la complessità della figura del promotore” Ora Elio Conti Nibali: “Il dibattito è davvero molto ricco e interessante, tutto a favore della valorizzazione dell’attività. Ribadisco l’importanza della vigilanza di Consob, un’attenzione che negli ultimi anni è andata crescendo. L’indipendenza non si ottiene a parole, ma sta nel consiglio. Nel mercato non devono sussistere soluzioni uniche ma alternative. Una prima vittoria potrebbe essere quella di rinominarci come pianificatori finanziari, un termine che ha usato in predenza il dott. D’Agostino” Doris ritorna sulla formazione “Non accetto che la quota di risparmio sotto consulenza rimanga tale. Il promotore deve essere come il direttore di banca e bisogna investire per renderlo effetivamente tale. Chi saprà offrire questo tipo di competenza saprà conquistare il mercato moderno” Escalona interviene “Ritengo possa essere molto interessante ai fini della crescita di questa figura professionale l’incremento della presenza femminile nella consulenza finanziaria ” Un appello condiviso da Spallanzani “Condivido appieno. Tornando sugli spunti lanciati dal presidente Doris, ribadisco l’importanza del supporto bancario nell’attività di consulenza. L’assistenza delle società deve anche esserci nei confronti dei giovani, che in virtù della loro posizione difficilmente possono avere una ragnatela di relazioni in grado di garantire loro fin da subito un portafoglio che permetta loro di vivere”. La riflessione di D’Agostino in merito alle prossime idee in cantiere da parte della vigilanza “Stiamo studiando il quadro normativo, cercando di capire dove vi è l’opportunità di intervenire. Serve trovare un punto di equilibrio tra le diverse esigenze del mercato” A riflettere su quanto emerso dal dibattito ci pensa Fornezza ” Bisogna lavorare sulla comunicazione e dare il giusto nome alle cose. Gli italiani non hanno ancora motivazioni per promuove il lavoro del proprio consulente a eventuali terzi interessati. Cogliendo uno spunto precedente, la figura femminile potrebbe ampliare il modello di consulenza disponibile per il mercato ” Ora Elio Conti Nibali si accinge a concludere “Sottoscrivo quanto detto da Fornezza. Il modo di fare banca non sempre aiuta molto i risparmiatori. Noi siamo l’anello di congiunzione tra risparmiatore e mercato: dobbiamo avviarci verso la trasparenza e favorire l’operatività. Concludo questa esperienza contentissimo di avere affrontato con fiducia queste tematiche. Sfidiamo il futuro”

12.26 Ora un riconoscimento da parte di Efpa, per Elio Conti Nibali e per il suo lavoro all’Anasf. La platea si alza ad applaudire. “Efpa ringrazia Elio Conti Nibali, esempio assoluto di professionalità nell’ambito della consulenza finanziaria, nonchè uomo che ha lottato per rendere migliore questa professione”. Il dibattito è concluso. Ora si lavora a porte chiuse.

15 MAGGIO

10.50 Oggi è la volta dell’elezione dell’elezione del presidente e del consiglio nazionale. Attesa conferenza stampa per le 13.30 circa.

14.19 Manca poco alla conferenza stampa. Stando alle indiscrezioni tutti i capolista saranno presenti nel consiglio nazionale, che vedrà inoltre la presenza di una sola donna mentre dovrebbe cambiare rispetto al precedente per circa 6/7 elementi. Confermata la presenza di 14 consiglieri per le due liste apparentate (2 e 3). poi 7 per lista 1 e 2 a testa per la 4 e la 5.

14.22 Ufficiale, Maurizio Bufi è il nuovo presidente di Anasf.

14.30 La conferenza. Le novità dello statuto: il direttore generale avrà funzioni esecutive, il consiglio nazionale entro 15 giorni si riunirà e il presidente indicarà gli elementi del comitato esecutivo (è variato l’articolo statutario sul comitato esecutivo). Il comitato esecutivo potrà essere scelto tra gli associati con particolari caratteristiche. Il presidente del consiglio nazionale resta in carica 2 anni (non più 2) e convocherà lui, al posto del presidente di Anasf il consiglio nazionale. Si va verso una maggiore efficienza della governance. E’ stato utilizzato il voto elettronico. La parola va a Francesco Priore “Un grosso passo avanti nella governance dell’associazione. Nuovi strumenti, con distinzione tra esecutivo e normativo. Nasce una sorta di parlamentino, ovvero l’esecutivo, è questo è un grosso passo avanti. Il direttore generale da maggiore capacità di rappresentanza” E’ il momento del presidente Maurizio Bufi “Abbiamo registrato una partecipazione particolarmente impegnata da parte dei delegati. Il congresso è stato un esempio di confronto: non ha caso è emersa una significativa convergenza da quelle che erano le indicazioni di voto. Abbiamo suparo i 106 favorevoli in alcune mozioni e questo è un dato esecutivo. Un altro passaggio importante è stato il cambio di passo della governance. L’associazione si è resa conto di quanto fosse necessario accogliere le sfide lanciate da Elio Conti Nibali con una struttura adatta. Questo nuovo modello punta a rispondere a queste aspettative. Il comitato esecutivo si comporrà di 9 elementi, come già capitava in precedenza” Le votazioni si sono concluse con 16 favorevoli su 25 presenti. L’obiettivo principale.? “La promozione dell’immagine del promotre finanziario e la sua valorizzazione è il nostro obiettivo primario” Sulle liste che non hanno vinto “Il tempo della competizione è terminate. Le invito a contribuire al governo dell’associazione condividendo le ambizioni di crescita della professione” Si cambierà nome? “Abbiamo una mozione per la proposta di cambiare il termine da promotore finanziario a pianificatore finanziario. Ci lavoreremo”.

14.50 La conferenza termina. Gli auguri di BLUERATING al nuovo presidente di Anasf, Maurizio Bufi.

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