Consulenti – Albo, dopo i rinvii si partirà entro l’anno?

Di Luca Spoldi

Consulenza finanziaria, forse ci siamo: dopo i continui rinvii nel varo dell’Albo, la pubblicazione dello schema da parte del ministero dell’Economia e Finanze, documento in cui vengono disciplinati i requisiti patrimoniali e di indipendenza delle società di consulenza finanziaria (sotto forma di Srl o di Spa) e vengono definiti i requisiti di professionalità, onorabilità e indipendenza dei professionisti appartenenti alle stesse società, si attende ora la nomina dei membri dell’Organismo di Vigilanza e il definitivo via libera per l’Albo. I tempi dovrebbero essere a questo punto abbastanza stretti (lo Schema era in consultazione fino alla fine di aprile), tanto che Cesare Armellini, presidente del Nafop (National association of fee only planners, ovvero la l’associazione dei professionisti e delle società di consulenza finanziaria indipendente “fee only”) ha dichiarato nei giorni scorsi di augurarsi di vedere la nascita dell’Albo entro la fine dell’anno, una volta che i tecnici di Giulio Tremonti avranno definito i requisiti richiesti per le persone giuridiche (una definizione che non dovrebbe tardare a giungere, visto anche che il neo presidente della Consob, Giuseppe Vegas, già tra i più fidati collaboratori dello stesso Tremonti, da tempo ha espresso il suo appoggio alla nascita dell’Albo).

Molto dipenderà anche da quanto numerose saranno le iscrizioni: il Tavolo di lavoro Consob (costituito con Aiaf, Assolinance, e Nafop) il 15 dicembre scorso nel giudicare fattibile l’Albo ha formulato al ministero tre scenari per il primo triennio di attività. Il primo, più pessimistico, prevede da 1.000 a 2.000 consulenti finanziari persone fisiche iscritte e da 30 a 60 società di consulenza. Il secondo scenario, prudente, stima da 2 a 5 mila consulenti finanziari persone fisiche e da 60 a 100 società. Il terzo e più ottimistico scenario parla di 5- 10 mila consulenti persone fisiche e 100 – 150 società. Numeri che saranno determinanti per garantire la sopravvivenza dell’Albo stesso, particolarmente critica nei primi mesi in cui di gestione, quando ancora non saranno in cassa i soldi dei nuovi iscritti (e che per questo potrebbe richiedere l’erogazione di un contributo statale) ma che appare comunque garantita già nel caso in cui a verificarsi in concreto fosse lo scenario prudenziale.

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