Promotori – Anasf, Bufi risponde a Cerea

Come ben sanno tutti i delegati presenti a Parma, per il IX Congresso Nazionale di Anasf, la partecipazione è stata quantomai ampia e costruttiva. Qualche dato rende bene tale considerazione. Sono state 5 le Commissioni di Studio stabilite dal Congresso; Decentramento, Evoluzione della professione, Formazione ed università, Sviluppo e marketing associativo, Statuto. Commissioni dove si sono trovati rispettivamente 29, 27, 44, 15 e 32 delegati, quindi la quasi totalità dei delegati, il 90% dei presenti nelle sale dell’auditorium. In particolare, la commissione di studio denominata Evoluzione della professione è quella che ne ha richiamati di più. E non è un caso, poiché lì  si sono dibattuti i temi nevralgici della nostra professione e del suo futuro. Prova ne sia che quella sola commissione ha proposto in plenaria la votazione di ben 8 mozioni, che vanno dalle questione della previdenza complementare, alle tutele fiscali e contrattuali; dall’accesso alla professione ai percorsi formativi dedicati; dall’estero all’Efpa; dalla consulenza alla Mifid; dagli standard di qualità all’educazione finanziaria.

Quindi in sostanza si è parlato, dibattuto ed argomentato proprio su quei temi che stanno a cuore ai promotori finanziari ed al futuro di un’intera categoria di operatori: il ricambio generazionale, cioè l’accesso alla professione e la sua ancora bassa attrattività, ed ancora, la necessità di fare sistema, cioè coinvolgere l’industria della distribuzione e della consulenza, in primis le società mandanti; infine, la valorizzazione dell’immagine e del ruolo del promotore attraverso adeguate azioni non solo di comunicazione  e marketing, ma anche con una politica associativa volta a preservare la reputazione dei promotori come categoria affidabile ed attenta alle esigenze dei risparmiatori, nonché a porsi nel confronto con gli altri attori del mercato, in una veste esse stessa istituzionale.

Ovviamente, anche gli altri gruppi di lavoro hanno elaborato proposte, penso al decentramento con una architettura più partecipativa alla vita dell’associazione da parte del territorio, così come a tutte le iniziative rivolte ad una moderna comunicazione sia con gli associati sia con l’esterno, i risparmiatori soprattutto, senza dimenticare gli altri attori del mercato. Tutti questi temi hanno trovato piena cittadinanza e libero confronto proprio al Congresso, che è appunto la sede deputata a tale confronto. E successivamente hanno trovato la sintesi nell’approvazione delle mozioni, alcune a larga maggioranza, tal’altre all’unanimità. Oltretutto, quelle passate a maggioranza, hanno riscontrato una convergenza maggiore di quella che era scaturita dalla fase elettorale. Certo, anche le nostre aspettative erano diverse, nel senso che ci saremmo aspettati su questi argomenti un’attenzione ed una preparazione più adeguate al contesto, rispetto a quello che abbiamo riscontrato in alcuni delegati di alcune liste.

Quanto alle modifiche statutarie, esse non vanno verso una direzione “presidenzialista”, quanto verso una governance più efficiente, che consenta al governo dell’associazione, basato sulle competenze e sul rinnovamento, di agire sistematicamente su tutti i campi di intervento dell’associazione per ottenere risultati concreti, apprezzabili e possibilmente risolutivi sia per l’interesse della categoria sia per un corretto e sano sviluppo del mercato finanziario. L’assunzione di responsabilità di chi ha ottenuto larghi consensi sia in fase elettorale sia in fase congressuale non è un fattore escludente, quanto piuttosto l’impegno concreto a portare avanti le linee programmatiche e strategiche che l’Anasf si è data proprio nel passaggio congressuale e che, a sua volta, scaturisce dai programmi.

Sarà mia cura, come Presidente di Anasf, recuperare quelle idee e quelle proposte, provenienti da tutte le realtà dell’associazione, purchè funzionali alle mozioni approvate a Parma. Lo spirito associativo impone a tutti di guardare al bene di Anasf, puntando sulle disponibilità, sulle motivazioni, sulle competenze, valorizzando al massimo il rinnovamento della classe dirigente dell’associazione.

Maurizio Bufi

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