Promotori – Associati in cerca d’autore

di Luca Praderio

Se l’Anasf non perde occasione per ribadire in ogni sua nota di essere “l’unica associazione di categoria che rappresenta esclusivamente i promotori finanziari”, gli uomini delle reti interessano sempre di più anche altre associazioni, in particolare i sindacati bancari che da tempo hanno modificato i propri statuti così da poter ricomprendere tra gli associati anche promotori e agenti. Uno dei temi “caldi” sembra essere la necessità per le organizzazioni che rappresentano i promotori finanziari di distinguere tra la tutela degli interessi e tutela dei diritti: “una parte di questi lavoratori, che esercitano l’offerta fuori sede in autonomia, pare interessata dal progetto di riforma del diritto del lavoro che prevede (a favore dei lavoratori autonomi) il riconoscimento di alcuni diritti già riconosciuti ai dipendenti dallo Statuto dei lavoratori” commenta con Bluerating una fonte sindacale, aggiungendo che “la cosa non sorprende, visto che la Costituzione tutela il lavoro in tutte le sue forme”. Interessante potrebbe al riguardo essere il riferimento ad una figura già regolamentata in alcuni Paesi europei, che individua tra i lavoratori autonomi quelli economicamente dipendenti, con una fonte di reddito derivante sostanzialmente da un unico committente.

Una circostanza che potrebbe riguardare la quasi totalità dei promotori finanziari che per legge sono monomandatari (nell’ambito dell’offerta fuori sede di prodotti e servizi finanziari) dal 1985. Non a caso, come per molti altri lavoratori autonomi con partita Iva, progetti legislativi già presentati in Parlamento prevedono che i lavoratori economicamente dipendenti vengano riconosciuti come portatori di diritti. Alcuni sindacati, inoltre, si stanno interessando da qualche anno ai promotori finanziari in quanto gli stessi rappresentano un modello che potrebbe affiancarsi, nel sistema bancario del futuro, a quello del lavoro dipendente. In sostanza, se le banche saranno interessate a fronteggiare la domanda di occupazione con nuovi rapporti di lavoro flessibili (come quelli offerti dai promotori finanziari) “ciò potrà avvenire solo nella previsione di accordi aziendali che riconoscano una piattaforma di diritti” commenta la fonte sindacale interpellata da Bluerating. “E’ chiaro in questo caso il ruolo del sindacato: la Fabi, che ha istituito al suo interno un coordinamento promotori finanziari, ha modificato nel 2010 il proprio Statuto proprio per poter accogliere tra i suoi iscritti i promotori finanziari agenti. Anche FibaCisl e Sinfub hanno tra i loro iscritti promotori agenti”. Differenti considerazioni riguardano invece il piano delle tutele professionali. Le associazioni dei promotori finanziari intendono esercitare ogni possibile azione a sostegno del ruolo e di tutti quegli aspetti che lo connotano (deontologia, formazione, servizi). In questo senso va letto il programma illustrato in questi giorni dall’Anasf (associazione “storica” della categoria), mentre anche la più giovane Assonova (nella foto a destra il presidente, Arrigo Nano), associazione che rappresenta agenti e dipendenti, enuncia analoghe finalità. “Non potrebbe essere altrimenti – conclude la fonte – in quanto entrambe le associazioni, pur intendendo svolgere una propria funzione riformatrice, devono integrarsi nell’Organismo Apf”.

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