Se gli investitori optano per la liquidità

Il quarto trimestre dell’anno è iniziato all’insegna della liquidità per gli investitori italiani. E’ quanto emerge da un sondaggio di asset allocation realizzato dall’agenzia di stampa Reuters su 13 gruppi di asset management attivi in Italia, che evidenzia come a guidare tale comportamento siano stati i timori delle ricadute della crisi sulla crescita del Vecchio Continente e, più in generale, i rischi macroeconomici globali.

Considerando un portafoglio bilanciato globale che vede sia azionario che obbligazionario in sottopeso, il sondaggio fotografa un’esposizione media del 41,6% all’azionario, rappresentata al 39,4% da equity Usa/Canada e quasi al 34% dalle borse della zona euro. Le obbligazioni pesano poco meno del 46% e sono costituite per oltre il 58% da emissioni della zona euro. La liquidità sfiora il 10%.

Essendo l’indagine la prima della serie con un nuovo questionario, non sono possibili confronti con il mese precedente.Restando agli investimenti obbligazionari, i gestori sembrano per lo più scegliere di tenersi alla larga dai governativi giapponesi (5) mentre i titoli di Stato della zona euro dividono il campione fra chi indica questa asset class come la più in sovrappeso (5) e chi come la più in sottopeso (4). Mentre a livello settoriale, se il verdetto è pressochè unanime sui finanziari, il settore più in sottopeso per l’esposizione ai debiti sovrani, le scommesse sono più eterogenee quando si tratta di definire il comparto più in sovrappeso: 4 partecipanti optano per i consumi di base, 3 per gli energetici.

Hanno partecipato al sondaggio Aletti Gestielle sgr, Amundi sgr, Anima sgr, Azimut Sgr, BNP Paribas Investment Partners sgr, BPV fondi sgr, Credem, Credit Suisse AM, Eurizon Capital Sgr, BG Sgr, Pioneer Investments, Sella Gestioni, Zenit Sgr.

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