Ha fatto “sparire nel nulla” oltre sei milioni di euro e adesso si è reso introvabile ai suoi creditori, decisamente sul piede di guerra. Una storia già sentita, che questa volta è ambientata nel Veneto, a Treviso, e vede come protagonista Daniele Vidotto, promotore finanziario di Credit Suisse regolarmente iscritto all’albo dei pf da giugno del 2005.
Il caso sarebbe scoppiato il 16 settembre scorso quando nella sede milanese del colosso bancario elvetico sarebbe stata segnalata un’anomalia in un’ingente operazione effettuata da un promotore finanziario di Treviso, che cercava di far uscire una somma di denaro troppo elevata. Operazione che, a seguito di alcuni controlli, è risultata fare capo proprio a Daniele Vidotto. Da qui è partita un’indagine interna, che ha spinto il promotore alle prime ammissioni: nel corso del tempo ha utilizzato i soldi degli investitori per i propri scopi.
“Si ipotizzano investimenti gestiti con troppa disinvoltura, soldi utilizzati per operazioni non concordate e mai restituiti”, riporta il Gazzettino.it. Un primo veloce conteggio parla di sei milioni di euro e di almeno una trentina di truffati. Ma la cifra rischia di essere maggiore.
L’istituto di credito ha subito interrotto ogni rapporto di collaborazione con Vidotto, chiesto un elenco delle persone raggirate e denunciato il pf per appropriazione indebita. Infine, lo scorso 18 ottobre, Credit Suisse ha presentato al Tribunale civile una richiesta di sequestro conservativo dei beni del pf (conti correnti, immobili e auto) per una cifra pari a sei milioni di euro.
A seguito della vicenda Vidotto si è reso introvabile negli ultimi mesi, ma, a quanto pare, non si sarebbe mai allontanato dalla città: semplicemente si è nascosto per evitare la rabbia dei suoi creditori dopo che, all’inizio di ottobre, due uomini vittime della sua truffa si sono presentati alla sua porta per chiedere indietro i risparmi investiti e, “per rendere ancora più chiari i loro propositi, hanno malmenato il promotore”, come spiega l’articolo del Gazzettino.
Vidotto, assistito dall’avvocato Luigi Fadalti, ha denunciato il fatto alla questura, dopo di che si è rifugiato in un appartamento protetto dove si trova ancor oggi. Il pf, conclude il quotidiano online, si è detto “pronto a rispondere alle domande dei giudici, ma alla larga da creditori troppo maneschi”.