Mps, un advisor ogni 37 dipendenti

In casa Monte Paschi non si può certo dire che la promozione finanziaria sia il core business. Lo dimostra la proporzione tra i pf del gruppo e i dipendenti. Alla fine dell’anno passato, Banca Mps ne contava 31.495 in tutto, ovvero 37 per ognuno dei promotori finanziari della rete. Un rapporto numerico ben diverso da quello che abbiamo riscontrato presso le reti esaminate nel corso delle precedenti puntate della nostra indagine. Da appena un anno, la promozione finanziaria in casa Mps non è più un’entità a sé ma un’unità di business della banca senese. Nel 2010, infatti, l’istituto presieduto da Giuseppe Mussari ha incorporato Mps Banca Personale, la controllata che si occupava appunto di promozione finanziaria. Il gruppo nel complesso ha chiuso il 2010 con un utile netto di più di 985,5 milioni di euro contro i 220,1 milioni del 2009, segnando un rialzo del 348% compresa la plusvalenza di circa 405 milioni relativa alla valorizzazione di parte del patrimonio immobiliare strumentale.

Considerando che a fine anno i promotori finanziari della rete erano 853, si può dire che l’anno passato Rocca Salimbeni ha registrato un milione e 155mila euro di profitto per ogni testa della sua struttura. Le commissioni nette – a 1,9 miliardi di euro – risultavano in crescita del 3,8% sul 2009. Tra le componenti dell’aggregato, precisava Mps, le commissioni da collocamento/continuing di prodotti di raccolta e risparmio gestito sono salite rispetto all’anno precedente insieme ai proventi legati all’operatività estero e a quelli relativi ai servizi di pagamento. I clienti, si legge sul comunicato della banca, sono aumentati di 72mila unità rispetto al 2009. Stando al bilancio 2010, il gruppo aveva rapporti con oltre 6,2 milioni di clienti, dei quali circa 5,9 milioni erano gestiti dalle reti commerciali di Banca Monte dei Paschi di Siena, Banca Antonveneta e Biverbanca e nell’ambito del canale riservato alla promozione finanziaria.

La clientela “privati” comprendeva più di 5,7 milioni di clienti, distribuiti su tutto il territorio nazionale, con una maggiore presenza nelle aree geografiche del centro Italia. In questa fascia prevale – con il 69,3% – la componente delle famiglie consumatrici, che richiedono soprattutto finanziamenti – credito al consumo e mutui – e servizi di investimento per portafogli di dimensioni più contenute. Segue, con il 22,9%, la clientela caratterizzata da portafogli più consistenti, che esigono una gestione personalizzata, l’insieme delle piccole imprese e la clientela a elevato standing – la cosiddetta “private” – che incidono rispettivamente per il 7,2% e lo 0,7%. La clientela “corporate” è costituita da oltre 78mila clienti, ripartiti tra piccole e medie imprese ed enti. Un modello di servizio a parte è riservato poi alla “large corporate”, che include soprattutto i grandi gruppi industriali.

Nel complesso, a fine 2010 la proporzione era di 7.268 clienti per singolo pf. Detto in altri termini, al termine dello scorso anno lavorava nella rete di Montepaschi un professionista ogni 7.200 e passa clienti della banca senese. Nel 2010, si legge sulla nota di Rocca Salimbeni, è proseguita la riorganizzazione complessiva della rete commerciale e delle strutture della capogruppo, che determinerà entro il 2013 un’ulteriore riduzione strutturale dei costi per circa 180 milioni di euro e un’importante crescita della profittabilità delle rete. L’anno, intanto, si è chiuso con costi operativi netti per 3,7 miliardi di euro. Positivo, secondo Mps, l’andamento del risultato operativo netto, a circa 946 milioni di euro, più del doppio rispetto al 2009 per via della crescita dei ricavi primari (+1,6% anno su anno) e della riduzione delle rettifiche su crediti (-21,2% anno su anno) e infine dei costi operativi (-5,2% anno su anno). Grande attenzione, visto il periodo, ai coefficienti patrimoniali: il Tier 1 a fine 2010 si è portato all’8,4% dal 7,5% del dicembre 2009. Veniamo ai dati Assoreti. Il 2010 della rete si è chiuso con una raccolta netta totale di quasi 600 milioni, in aumento rispetto al 2009 grazie all’apporto delle gestioni patrimoniali mobiliari, dei fondi e delle sicav e dei prodotti previdenziali, e grazie anche alla riduzione delle perdite in corrispondenza di tutte le voci in rosso (gpf e titoli). In contrazione assicurativi e liquidità. In altre parole, Banca Monte dei Paschi ha chiuso il 2010 con una raccolta netta pari a 698mila euro per ciascun promotore finanziario.

Le consistenze patrimoniali totali si sono posizionate sopra i 5,9 miliardi di euro. Unica voce in calo, quella delle gestioni patrimoniali in fondi. Praticamente, l’anno passato la rete di promozione finanziaria ha raccolto oltre 7 milioni di euro per singolo pf. La cifra, come in altre puntate di questo viaggio, dà un’idea del portafoglio medio di ogni uomo e donna della struttura di Rocca Salimbeni. Non male, per una rete che negli anni scorsi ha sperimentato diversi affanni. Al 31 dicembre 2010 il gruppo Montepaschi vantava una consistenza complessiva di 2.918 sportelli domestici, per una quota di mercato di circa 8,77%, presenti soprattutto al nord. La rete distributiva era affiancata, come già detto, da 853 personal financial banker distribuiti su tutto il territorio nazionale, che nel corso dell’anno hanno svolto la propria attività disponendo di 151 uffici finanziari aperti al pubblico. In poche parole, in ogni sede operavano circa sei professionisti. Dal bilancio 2010 risulta pure che il gruppo si avvaleva di 256 centri commerciali specialistici dedicati alle piccole e medie imprese, agli enti e alla clientela private.

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