Mediazione creditizia, Alaimo (Pragmae Financial Advisory) dice la sua sul nuovo decreto legislativo

A partire dal primo gennaio 2012 ha preso il via una riorganizzazione delle reti di intermediazione finanziaria e di mediazione creditizia, sulla scia dell’entrata in vigore del decreto legislativo 141/2010. Di seguito il commento di Gaetano Maria Alaimo, in cui l’a.d. di Pragmae Financial Advisory Group, società di intermediazione finanziaria partecipata al 100% dal Gruppo Sopaf, illustra nel dettaglio quali saranno le novità più importanti per il settore. “Il decreto entrato in vigore il primo gennaio di quest’anno elimina la precedente differenziazione tra soggetti iscritti nell’elenco generale e in quello speciale, prevedendo nella nuova versione un unico Albo degli intermediari autorizzati all’attività di concessione di finanziamenti”, spiega Alaimo. Nello specifico, “il 30 giugno 2012 rappresenta una data importante che segnerà il passaggio al nuovo regime di controllo e di monitoraggio dell’intermediazione finanziaria e della mediazione creditizia da parte del nuovo Organismo di Vigilanza”.

In questo senso, precursori della professione di Credit Advisory sono stati i britannici, che “hanno anticipato di quasi 10 anni la crisi del settore. Alaimo fa dunque un parallelo proprio con il modello anglosassone: questo si è basato fino al 2003 sull’autoregolamentazione, e “quando l’anno successivo ha visto l’introduzione di un vero e proprio regulator – la Financial Services Authority, paragonabile al nostro Organismo di Vigilanza – è passato da circa 35.000 Consulenti del Credito nel 2003 ai circa 10.000 del 2010. Ritengo, quindi, che con l’introduzione del Decreto Legislativo 141/2010 dei 140.000 iscritti presso l’U.I.F. come Agenti e Mediatori, ne rimarranno in attività in Italia meno di un terzo”.

“Penso che l’introduzione di una regolamentazione della professione e di un controllo sistematico delle procedure e delle attività correlate alla consulenza finanziaria – sia essa fatta da agenti in attività finanziaria o da collaboratori del mediatore creditizio – sia fondamentale per ritornare a dare dignità e professionalità a un’attività abbandonata a se stessa da troppo tempo”. “L’obiettivo è quello di creare controlli stringenti e regole precise per l’operatività, di qualificare i professionisti del settore con investimenti nella formazione e di fornire al cliente finale la certezza e la trasparenza delle operazioni finanziarie”. “Il principio su cui si basa questo nuovo modello di business ritengo sia quello della stabile organizzazione, che dovrà assumere una valenza non solo di controllo ma, soprattutto, di gestione e di organizzazione della professione dell’agente in attività finanziaria o del collaboratore del mediatore creditizio”. “Chi si adeguerà in tempi brevi, per sua propria convinzione e non solo per la nuova imposizione legislativa, sarà un interlocutore affidabile, supportato nella sua attività in maniera duratura e stabile nel tempo dalle banche e dalle compagnie assicurative”.

 

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