Una spada di Damocle pende sulla testa di Citigroup. Il colosso bancario Usa potrebbe dover procedere a svalutazioni per 2,8 miliardi di dollari – con una conseguente perdita netta di 1,8 miliardi – a causa di uno scontro con un’altra big di Wall Street: Morgan Stanley. In particolare, riporta il Sole 24 Ore, l’oggetto del contendere è la joint venture tra le due società, Morgan Stanley Smith Barney, nata nel 2009 dalla fusione tra il broker Smith Barney (Citigroup) e le attività di wealth management di Morgan Stanley. In base all’accordo tra i due colossi bancari, Morgan Stanley potrà iniziare a salire – a partire da questa primavera – oltre il 51% attualmente detenuto nel capitale della jv. Il problema – derivante da differenti metodi di valutazione contabile impiegati – è il diverso prezzo attribuito dalle due banche alle attività in questione: se per Citigroup Morgan Stanley Smith Barney vale 20 miliardi di dollari, per Morgan Stanley il suo valore non supera infatti i 15 miliardi.Nel caso dovesse averla vinta la rivale, la quota di Citigroup sarà valutata intorno ai 7,5 miliardi di dollari, rendendo necessaria la svalutazione.