Intesa Sanpaolo chiude il 2011 in rosso, ma non rinuncia al dividendo

 Intesa SanPaolo ha archiviato il 2011 con una perdita netta di 8,19 miliardi (dai +2,7 miliardi del 2010), su cui hanno pesato svalutazioni per 10,2 miliardi di euro: al netto di tali poste straordinarie, si precisa da Ca’ de Sass, il risultato netto si attesterebbe a 1,93 miliardi, il 17% in meno rispetto all’anno precedente. La banca ha tuttavia annunciato che distribuirà un dividendo di 5 centesimi per azione, attingendo alle riserve per 822 milioni di euro. Nel solo quarto trimestre il rosso è stato di 10,2 miliardi (+265 milioni il dato normalizzato, -38,5% su anno).

È quanto emerge dai dati di bilancio relativi all’esercizio 2011 comunicati oggi dall’istituto di credito, che evidenziano anche ricavi per 9,65 miliardi, pari al 58% dei proventi operativi netti consolidati di gruppo, in calo del 2,8% rispetto al 2010, commissioni nette in calo del 3,3% a 5,4 miliardi e un risultato della gestione operativa in aumento del 5,9% a 7,65 miliardi di euro. Sul fronte patrimoniale invece, al 31 dicembre 2011 gli asset in gestione ammontavano a circa 639 miliardi di euro, in calo del 2,7% su anno.

Il Core Tier 1 ratio risultava pari al 10,1% e il Tier 1 ratio all’11,5%, con un coefficiente Eba al 9,2%, superiore alla soglia minima richiesta del 9%. Quanto infine alle prospettive future, la banca ha spiegato che, alla luce della negativa evoluzione dei mercati e delle attese di decrescita dell’economia italiana, gli obiettivi quantitativi indicati nel piano industriale al 2015 “richiedono una revisione”. Restano comunque fermi, ha sottolineato Intesa, “l’obiettivo del 10% di Core Tier 1 ratio e quello di un coefficiente Eba superiore al 9%, a fronte dell’impegno a distribuire nell’orizzonte temporale del piano un dividendo per azione in contanti non inferiore a quello corrisposto a valere sull’esercizio 2011”. La banca ha infine comunicato che l’assemblea di bilancio slitterà da fine aprile a fine maggio per poter “tenere conto delle novità recate dall’articolo 36 del Milleproroghe, che potrebbe comportare la necessità di integrazione del cds”.

Dopo la diffusione dei conti il titolo guadagna terreno a piazza Affari nonostante il risultato netto negativo. Una reazione dovuta, secondo gli analisti di Intermonte, a tre fattori: in primo luogo la conferma che ci sarà un dividendo di 5 centesimi, anche se in calo dagli 8 centesimi dell’anno prima (le attese prudenziali degli analisti erano per 4 centesimi). Inoltre i dati operativi, prima delle svalutazioni, sono migliori delle attese e, infine, l’indice di solidità patrimoniale Core Tier1 salito al 10,1%.

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