Scuola di promozione finanziaria

È in calendario per martedì 27 marzo presso la Cattolica di Milano il corso di orientamento “Mercati e promotori finanziari: lo sviluppo e le sfide della professione”, dedicato ad aspiranti pf che desiderano avvicinarsi alla professione e organizzato dall’Anasf e dalla facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative dell’Università Cattolica del Sacro Cuore nell’ambito del corso di laurea in economia dei mercati e degli intermediari finanziari. BLUERATING ha contattato uno dei relatori, Corrado Caironi, investment strategist di R&CA, per farsi spiegare come si articolerà l’incontro e di cosa si parlerà.

Caironi, a chi si rivolge principalmente il corso e quali competenze si propone di sviluppare?

L’obiettivo del corso è offrire agli studenti una finestra e uno sguardo d’insieme sulle professionalità del mondo finanziario. Inoltre, si vuole cercare di coinvolgere i partecipanti in un progetto dedicato alla consulenza dei portafogli di investimento.

Quali prospettive può offrire oggi la professione di promotore finanziario a un neolaureato, piuttosto che a un professionista con una pregressa esperienza in ambito finanziario dotato di un proprio portafoglio clienti?

L’esperienza che ho visto maturare nelle reti di promotori, consulenti e banker è stata il punto di forza della crescita professionale basata principalmente su tre pilastri: primo, la formazione tecnica avente per oggetto le soluzioni di investimento arricchita dalle relazioni con le case prodotto; in misura ancora maggiore, la formazione sulle relazioni con il cliente e la capacità di individuare con attenzione gli obiettivi di investimento e di condividere i momenti difficili di volatilità dei mercati; in crescendo, il concetto di pianificazione e gestione dinamica dei portafogli di investimento. Oggi, un buon consulente finanziario capace di combinare queste tre esperienze ha ottime prospetti ve di sviluppo in questa professione.

A suo giudizio, si può prevedere un’evoluzione della figura del promotore finanziario?

Se sì, in quale direzione? Dal mio punto di vista, la sua domanda è estremamente corretta. Non vedo infatti un “cambiamento” ma una continua “evoluzione”, in particolare verso un riconoscimento di professionalità di alto profilo. Se fino a ieri il promotore finanziario era visto come un semplice “venditore di fondi”, oggi la sua professionalità è sostanzialmente cambiata e il cliente sa di poter contare su un consulente esperto di finanza e di “bisogni”, preparato e capace di condurlo per mano nella gestione dei suoi risparmi. Dal mio punto di vista, si deve far percepire questa evoluzione in modo più marcato.

Cosa consiglierebbe ai giovani in cerca di un’occupazione nel settore finanziario?  Curare di più le competenze relazionali e commerciali, quelle tecnico- analitiche, provare prima un’esperienza di lavoro all’estero o cercare di individuare una nicchia di mercato in Italia?

Alla base io credo che ci sia la necessità di conoscere bene e in modo approfondito cosa significa “vestire” il ruolo di professionista finanziario. Questo passa attraverso lo studio e la formazione post laurea. Poi, come succede in tutte le altre professioni, l’affiancamento ne determina la svolta decisiva e l’imprinting professionale.

Quanto pesa la formazione nel risparmio gestito? Le aziende investono a sufficienza oppure no? E le università e le scuole di formazione superiore possono fare di più in termini di offerta didattica? Lei che idea si è fatto?

La formazione è un punto centrale per il riconoscimento professionale, anche se è difficile dare un giudizio complessivo sugli investimenti delle reti. Dalla mia esperienza trovo che sia tuttora in atto un grosso sforzo, sotto la spinta del primo vero passaggio generazionale. Le più importanti reti di promotori stanno investendo molto sull’ingresso di nuove risorse. E per attrarre talenti sono state pianificate importanti attività che contemplano l’alta formazione e l’esperienza diretta. Devo anche aggiungere che sono molte le iscrizioni di laureati e professionisti ai master di finanza post laurea, finanziati individualmente. Invece sono ancora poche le scuole di formazione superiore di alto profilo che hanno trovato il giusto connubio tra l’esperienza e la didattica, affiancando professionisti esperti e professori universitari. La mia esperienza diretta vede sicuramente una strada ben tracciata e di crescente qualità.

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