Le svalutazioni pesano su Ubi Banca, ma niente aumento di capitale

Colpa delle svalutazioni se Ubi Banca ha chiuso il 2011 con una perdita netta di circa 1,84 miliardi di euro, a fronte di un utile di 172 milioni nel 2010. Prima delle svalutazioni, che riguardano in particolare gli avviamenti iscritti a bilancio in occasione della fusione tra Bpu e Banca Lombarda, l’utile dell’anno scorso è di 349,4 milioni di euro, in crescita del 97% sul 2010. Ne ha risentito soprattutto il quarto trimestre, archiviato con una perdita di 2,02 miliardi. Lo comunica lo stesso istituto di credito guidato dall’amminstratore delegato Victor Massiah che ha deciso, come “segno di apprezzamento per il sostegno che la base sociale continua a dimostrare al gruppo”, di proporre all’assemblea una cedola di 0,05 centesimi, per un monte di 45 milioni circa.

La banca esclude comunque qualunque nuova operazione di aumento di capitale per raggiungere l’obiettivo prescritto a livello europeo dall’Eba di un core tier 1 del 9% a giugno di quest’anno, che sarà raggiunto attraverso la “parziale conversione del prestito obbligazionario convertibile in essere”. Al 31 dicembre 2011 il core tier 1 di Ubi Banca si attesta all’8,56%, il Tier 1 ratio al 9,09% e il Total Capital ratio al 13,50%.  A fine dicembre Ubi ha partecipato alla maxi asta a tre anni della Bce 6 miliardi. Altrettanti sono arrivati dalla seconda asta in febbraio, grazie ai quali il gruppo “si è dotato della liquidità necessaria a far fronte alle scadenze istituzionali per l’intero biennio 2012-2013 (complessivamente 7,5 miliardi)”. Per un totale di 12 miliardi di finanziamenti presso la Bce. La banca ritiene prevedibile per quest’anno un’evoluzione sia pur leggermente positiva della redditività dell’attività ordinaria a fattori economici costanti. Il Piano industriale 2011-2013/2015 è confermato nelle sue linee guida strategiche fondamentali.

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