Il lato oscuro di Jp Morgan. Dimon sapeva dei rischi

Jp Morgan avrebbe notato i problemi presso gli uffici d’investimento molto tempo prima che i trader riscontrassero perdite di almeno 2 miliardi di dollari. La ragione per cui non hanno preso contromisure? Proprio a causa del numero uno della banca d’affari, Jamie Dimon. L’agenzia di stampa internazionale Bloomberg ripercorre sul proprio sito le tappe di Dimon e del buco da oltre 2 miliardi in una Timeline of Risk, arrivando fino al 13 giugno. Domani infatti il manager sarà di fronte alla commissione del Senato a Washington e dovrà rendere conto della perdita.

Secondo Bloomberg, che ha sentito due fonti vicine alla vicenda, Dimon avrebbe chiuso un occhio sulla questione. Quando alcuni dei suoi consiglieri più anziani hanno sollevato le preoccupaszione sulla mancanza di trasparenza e sulla qualità dei controlli interni all’ufficio investimenti, Dimon li ignorò e, anzi, a volte li incoraggio a fare maggiori profitti. Lo stesso Dimon, dal canto suo, ha dichiarato di essere all’oscuro del trading pericoloso che veniva effettuato all’interno dell’ufficio.

Ha detto Gary Stern, ex presidente e ceo della Fed di Minneapolis e coautore del libro pubblicato nel 2004 “Too big to fail”: “Queste istituzioni sono troppo grandi da gestire, perchè anche la banca meglio amministrata presenta dei problemi tecnici significativi”.  Jp Morgan è diventato lo scorso anno il più grande creditore degli Stati Uniti e ora ha in gestione più di 2.300 miliardi dollari in asset, una cifra più grande delle economie del Brasile, o del Regno Unito. Ma secondo le fonti di Bloomberg l’ufficio era mal equipaggiato per gestire tali dimensioni e la complessità del portafoglio in derivati.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!