Pf, non è possibile farne a meno

 “Il 2011 è stato un altro anno molto positivo per l’Apf”, dice a BLUERATING il presidente dell’Organismo per la tenuta dell’Albo dei promotori finanziari, Giovanna Giurgola Trazza. “Dal lato dei risultati di bilancio, l’Organismo ha raggiunto il pieno equilibrio patrimoniale ed economico con la copertura dei disavanzi precedenti e la definitiva chiusura delle posizioni debitorie maturate in fase di avvio dell’operatività verso gli associati Abi, Anasf e Assoreti”.

Presidente, in termini di efficienza, quali sono i punti principali su cui Apf si concentrerà ancora?
Dopo la riorganizzazione dell’articolazione territoriale sperimentata con successo nel 2011 mediante le due sezioni territoriali di Roma e Milano, gestite direttamente da Apf, quest’anno è in programma l’apertura di una nuova area del portale web riservata agli intermediari per l’adempimento in via telematica degli obblighi di comunicazione previsti dal regolamento Consob con conseguente eliminazione di circa 15mila pratiche cartacee gestite annualmente. Questo progetto, oltre a incidere in termini di efficienza sull’attività di gestione dell’Albo, consentirà di dedicare maggiori risorse sia alle attività di controllo sia all’offerta di ulteriori servizi connessi alla professione o strumentali all’attività principale di tenuta dell’Albo.

Quale impegno Apf intende assumersi per lo sviluppo della professione?
Apf si sta già impegnando nella realizzazione di progetti istituzionali che mirano alla rivalutazione del ruolo e della professionalità del promotore finanziario, nonché allo sviluppo culturale e di pratica operativa che le esigenze di mercato e l’evoluzione normativa richiedono, anche con riferimento ai giovani che intraprendono questa attività. Basti pensare al lancio della campagna di informazione e comunicazione presentata da Apf in occasione del Salone del Risparmio nel mese di aprile con l’obiettivo di far conoscere la figura e intervenire su eventuali pregiudizi esistenti. Una campagna che richiama, attraverso un messaggio istituzionale, l’opportunità di essere assistiti da un promotore finanziario nelle scelte d’investimento sempre più difficili in un contesto dominato dalle crisi di mercato e caratterizzato da incertezza e volatilità.

Quali segnali arrivano, a questo riguardo, dai risparmiatori?
L’84% delle famiglie che usufruiscono dei servizi di un professionista è soddisfatto del suo operato: lo dimostrano le ricerche condotte da Assoreti-Eurisko nell’ultimo triennio. L’obiettivo è far conoscere le sue qualità alle molte famiglie che ancora non beneficiano della sua specifica consulenza.

Cosa ci dice, invece, della formazione?
È ovviamente indispensabile per l’esercizio della professione. A questa è dedicata la nostra seconda area progettuale, che prevede interventi pensati a valere sull’intero ciclo di vita del promotore: dall’aspirante al neoiscritto all’Albo fino al professionista con pluriennale esperienza e una posizione consolidata. A ciò si aggiunge, infine, l’impegno di Apf a intervenire e collaborare con le autorità competenti affinché la normativa, anche di nuova introduzione, che disciplina l’offerta al pubblico dei servizi e dei prodotti finanziari sia omogenea ed eviti appesantimenti di oneri amministrativi sia per le autorità e gli organismi interessati sia per coloro che esercitano o intendono esercitare la professione.

Nel giugno 2011 solo il 3% degli iscritti all’Albo ha meno di 30 anni. La metà di chi inizia lascia dopo appena tre anni. Il pf, a quanto pare, non è più un lavoro per giovani? Cosa dovrebbe succedere perché la professione torni a essere sostenibile?
Al 31 dicembre 2011 la popolazione under 30 si è ridotta ulteriormente fino al 2,3% del totale degli iscritti all’Albo. Questo dato si inserisce comunque in un trend negativo di diversi anni che investe l’intera popolazione degli iscritti. Ciò premesso, non ritengo che la professione non sia più adatta ai giovani. Penso piuttosto che le nuove leve debbano essere ben preparate a svolgere l’attività e ben seguite nelle prime fasi lavorative perché rimangano nella professione e non l’abbandonino. Da un sondaggio condotto da Apf sui giovani promotori che hanno lasciato la professione dopo due/tre anni nel periodo compreso tra il 2008 e il 2011, è emerso che il 67% sarebbe interessato a riprendere l’esercizio della professione a condizione di poter usufruire di garanzie economiche e maggiore assistenza. Per esempio, il supporto di promotori senior e la formazione orientata all’operatività da parte dell’intermediario. Le iniziative di Apf sono finalizzate a realizzare una migliore preparazione alla prova valutativa e un più efficace inserimento nel modo del lavoro per il quale non si può prescindere anche dall’impegno degli intermediari. I quali, dal canto loro, in questo modo si garantirebbero il necessario ricambio generazionale con l’apporto di nuove e qualificate energie in grado di potenziare e assimilare l’esperienza dei colleghi più maturi. Sottolineo che ci sono importanti reti di promozione finanziaria in cui si registra un’età media di 50 anni o più.

Quanto state investendo in formazione? I candidati all’esame per l’abilitazione alla professione stanno tornando a crescere? E cosa ci può dire delle prove valutative?
La risposta alla prima domanda è: molto. Per gli aspiranti promotori abbiamo aperto nel 2011 una nuova area “personalizzata” sul portale, molto innovativa, dedicata alla preparazione della prova. Un workspace, insomma. E con il supporto delle associazioni, si sta studiando la realizzazione di una vera e propria piattaforma elearning gratuita per la preparazione alla prova di idoneità, la cui fruizione non sarebbe comunque obbligatoria. Le domande di iscrizione alle prove 2011 sono diminuite del 32,4% rispetto al 2010, che però è stato l’anno in cui si è prevista una sessione di prove in più. Il confronto con il 2009 restituisce una riduzione più contenuta, pari a una quota dell’11,5%. Complessivamente, la percentuale di idoneità è stabile e si è assestata al 30%.

Le reti di emanazione bancaria non sono in grande forma. Lei come vede il futuro?
I professionisti non mi sembrano in eccessiva difficoltà se è vero che i promotori finanziari hanno conseguito una raccolta netta di circa 4 miliardi e mezzo di euro nei primi quattro mesi dell’anno. Livelli che mancavano da un quinquennio. Immagino comunque un futuro positivo perché è sempre più evidente la necessità per i cittadini di avere una guida nel settore degli investimenti per evitare le inefficienze dovute ai comportamenti irrazionali indotti dall’emotività. Sono confortata in questo dalle più recenti ricerche statunitensi, che disegnano questa come una professione che sarà sempre più ambita, prestigiosa e necessaria.

Sono preparati oggi i promotori? Che ruolo potrebbero avere in un contesto di mercato tanto complesso?
I promotori finanziari sono tra le figure più preparate nel settore, anche in considerazione della lunga evoluzione della professione – non va dimenticato che l’Albo esiste dal 1991 e l’attività è presente in Italia già dalla fine degli anni Sessanta. Si tratta inoltre di una professione che grazie all’impegno costante degli intermediari ha registrato livelli di sviluppo e qualificazione che ci consentono di essere in linea con le previsioni comunitarie che spesso dal nostro sistema hanno tratto ispirazione. Il ruolo del promotore finanziario si sta consolidando da molti anni, e questo contesto di mercato complesso sicuramente lo enfatizza. Il ruolo svolto è quello di “guida” dei propri clienti. Ciò ha portato il promotore finanziario a evolversi e a diventare un consulente del risparmio ben preparato e informatizzato, un pianificatore, un misuratore dei livelli di rischio del cliente, un professionista che svolge un’attività “normata” e regolamentata.

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