Intesa appesantisce la trimestrale di Credit Agricole

UTILI IN CALO – I Paesi periferici dell’Europa continuano a pesare sui conti della principali banche del Vecchio Continente. A farne le spese questa volta è Credit Agricole che ha chiuso il secondo trimestre del 2012 con un utile utile netto consolidato di 111 milioni di euro, in calo del 67,4% rispetto all’anno prima.

LE SVALUTAZIONI – A pesare sui conti le svalutazioni della quota detenuta in Intesa Sanpaolo e il costo complessivo dell’esposizione alla Grecia di 370 milioni di euro. Il primo semestre del gruppo, che in Italia controlla Cariparma, si è concluso con un utile di 363 milioni (-73%). I due fattori negativi sono stati in parte compensati da una rivalutazione del proprio debito per circa 140 milioni.

BUONA PATRIMONIALIZZAZIONE – Per quanto riguarda la situazione patrimoniale, il Core Tier 1 ratio è salito rispetto alla fine del primo trimestre dal 9,4% al 9,6%, in linea con le richieste internazionale dell’Eba, l’autorità bancaria europea. Il gruppo riafferma d’altra parte l’obiettivo di Common Equity Tier 1 Basila 3 fully loaded superiore al 10% per fine 2013.

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