Banca Fideuram: anche d’estate si lavora sodo

“La crescita del nostro gruppo prosegue, sostenuta dalla raccolta netta, in particolare sul versante assicurativo, e dalla crescita organica delle nostre reti”. Così Matteo Colafrancesco, amministratore delegato e direttore generale di Banca Fideuram, ha commentato in una nota ufficiale i risultati dei primi sei mesi del 2012. “In un contesto non certo favorevole, il gettito commissionale ricorrente dimostra che manteniamo saldo il nostro posizionamento competitivo”, ha aggiunto Colafrancesco, alla guida di Banca Fideuram dal 2007. “Una grande attenzione ai costi ci consente poi di mantenere inalterata la nostra capacità di investire nei progetti strategici a supporto dell’evoluzione del nostro modello di servizio e della professionalità dei nostri private banker.

L’ulteriore miglioramento del rapporto tra costi e utile e del Tier 1 ratio”, ha concluso, “conferma la capacità del gruppo Banca Fideuram di unire redditività e solidità patrimoniale per una crescita sostenibile nel tempo”. Comincia dunque dal gruppo Banca Fideuram, il primo in Italia per masse gestite, quota di mercato e anche per numero di promotori finanziari operativi, il viaggio di soldi&bluerating nelle principali reti italiane. Il 2011 si è chiuso a quota 4.888, ma il dato ad agosto ha fornito un importante aggiornamento: il gruppo ha sfondato il tetto dei 5.000 e il numero complessivo dei private banker delle reti di Banca Fideuram e Sanpaolo Invest si è portato a quota 5.049. Sempre ad agosto, la raccolta netta è stata di circa 300 milioni euro: la cifra porta il cumulato dall’inizio dell’anno a circa un miliardo. Un risultato raggiunto con il lavoro dei senior ma anche con il contributo dei più giovani.

Prosegue infatti il progetto di formazione “Essere Fideuram Essere Consulente”, lanciato nell’autunno del 2010: a giugno si è conclusa la terza edizione del percorso, che ha coinvolto in totale circa 130 giovani di cui 61 attualmente attivi nel gruppo. Non è un capitolo che apriamo a caso. Di fronte a dati – quelli di Apf, per esempio – che segnalano il progressivo innalzamento dell’età media dei promotori in Italia, da più parti emerge una certa preoccupazione per il futuro della professione. Secondo l’ultima relazione annuale di Apf, il promotore italiano tipo nel 2011 aveva 47 anni. Il gruppo Banca Fideuram risponde all’appello investendo nel progetto che sta per compiere due anni, ma evidentemente il cantiere è appena avviato e ancora aperto, se si considera che l’età media dei private banker della struttura è di 50 anni e quattro mesi. Altro tema, altra domanda: quale sarà l’asso nella manica nei prossimi mesi? Il gruppo fa da sempre della consulenza il suo modello di business.

Le soluzioni che propone sono risposte costruite sulle esigenze specifiche manifestate dai clienti. Contenitori di servizi capaci di coniugare funzionalità finanziarie, operative, economiche e fiscali rappresentano sicuramente una risposta apprezzata e utile, dato il contesto attuale. Una risposta che il gruppo darà ancora sotto la guida di Colafrancesco, che il 20 aprile è stato riconfermato fino al 2014. Dal 1987 in Sanpaolo Invest, dove negli anni ha ricoperto incarichi di sempre maggiore responsabilità, il manager è ai vertici di Banca Fideuram dal 2007. Da allora la rete è cresciuta, passando da poco meno di 4.300 professionisti agli oltre 5.000 del recentissimo conteggio.

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