Promotori, almeno 1.250 euro di costi aggiuntivi

Tanto tuonò che piovve. Il Consiglio dei ministri ha varato il secondo correttivo del decreto legislativo 141/2010, che rimodella i mestieri del credito. E, secondo le anticipazioni rilanciate dall’associazione Anasf, il correttivo numero due prevede l’iscrizione obbligatoria nell’elenco degli agenti in attività finanziaria posto sotto la supervisione dell’Oam, l’Organismo degli agenti e dei mediatori, di tutti quei pf che “promuovono e collocano contratti relativi alla concessione di finanziamenti” o “servizi di pagamento in forma di operazioni slegate dalla sottoscrizione di strumenti finanziari da parte del cliente”.

Il presidente dell’Anasf, Maurizio Bufi, ha subito sottolineato come l’iscrizione all’Oam rappresenti “l’ennesima duplicazione di vigilanza e oneri a carico dei promotori finanziari”. All’atto pratico, si tratta in effetti dell’ennesimo aggravio in termini di costi oltre che di procedure. Innanzitutto, se il promotore finanziario non si vede riconosciuti i requisiti professionali sufficienti, dovrà frequentare un corso di formazione professionale e superare un’apposita prova d’esame. In più per esercitare l’attività di agente o mediatore il decreto legislativo 141/2010 ha reso obbligatoria la stipula di una polizza di assicurazione della responsabilità civile per i danni arrecati nell’esercizio dell’attività derivanti da condotte proprie o di terzi, oltre che l’uso di una casella di Posta elettronica certificata e della firma digitale.

Facciamo due conti: 200-250 euro per il corso di formazione, 150 euro per l’iscrizione all’esame, non meno di 200 euro (fino a un massimo di 2.000) per la quota d’iscrizione all’Albo, almeno 100 euro per Pec e firma elettronica, non meno di 600 euro per l’assicurazione. In tutto, il governo sembra intenzionato a caricare sulle spalle di ogni pf come minimo altri 1.250 euro.

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