LE INDAGINI – L’indagine, ha spiegato la Gdf, ha preso il via dalle tante denunce arrivate dalle vittime. Il promotore 49enne era riuscito a raccogliere in tanti anni circa 1,3 milioni di euro ai danni dei risparmiatori. Il professionista, usando il proprio ufficio presso la filiale di un Istituto di Credito di Lioni, in provincia di Avellino, falsificava documenti e gestiva somme di denaro di clienti in operazioni rischiose, condotte all’insaputa del risparmiatore stesso. I clienti, inoltre, erano spinti a non disinvestire i loro risparmi con la promessa di consistenti guadagni e con la concessione di regalie varie, come viaggi, materiale elettronici e informatici, i cui costi venivano addebitati sui conti correnti di altri ignari clienti.
A LORO INSAPUTA – Il promotore finanziario usava frequentemente fondi derivanti da prelevamenti con titoli di credito non autorizzati, tratti sui conti correnti di ignari clienti: dopo aver autonomamente richiesto il carnet di assegni emetteva, dopo averne contraffatto la firma, assegni bancari che usava per sé e per fare finanziamenti con cui copriva i conti, che aveva prima fraudolentemente usato, falsificando anche il questionario Mifid, ed eseguendo operazioni ad alto rischio, sempre all’insaputa del cliente.
LA PRECISAZIONE DI FIDELITY – Fidelity Worldwide Investment, interpelleta dalla redazione di BLUERATING in merito alla vicenda, precisa la propria “assoluta e totale estraneità relativamente all’inchiesta denominata “Operazione Fidelity” condotta dalla Guardia di Finanza e che ha portato all’arresto di un promotore finanziario in provincia di Avellino”. La società si riserva, al termine delle indagini, “eventuali azioni legali nei confronti dell’accusato ove fosse riscontrato un danno nei suoi confronti”.