Doppio Albo, quanto mi costi. Parlano Mps e Ubi Banca PI

OAM, I COSTI PER LE RETI – Va bene che i costi dell’iscrizione al nuovo elenco degli agenti in attività finanziaria ricadranno come piombo sulle tasche dei promotori finanziari. Ma quali effetti avranno sulle reti? Quanti sono effettivamente i promotori finanziari sottoposti all’obbligo sancito dal secondo correttivo al decreto legislativo 141/2010? E quanti quelli che le società hanno per ora dovuto bloccare perché privi dei requisiti? Infine, quale spesa dovranno affrontare le aziende per allinearsi al nuovo scenario? BLUERATING ha rivolto queste domande alle principali realtà del settore: Banca Fideuram, Banca Mediolanum, Banca Generali, FinecoBank e Allianz Bank, per citarne qualcuna. Quello che è emerso è un atteggiamento di grande cautela, del tutto comprensibile. Oltre a un senso di unanime contrarietà verso l’obbligo sancito dal decreto.

LA RISPOSTA DI MPS
– In attesa di maggiori chiarimenti dal ministero dell’Economia (vai qui per le ultime notizie) e da Consob e Bankitalia (vai qui per la notizia precedente), finora hanno accettato di rispondere un po’ più diffusamente alle nostre domande Banca Mps e Ubi Banca Private Investment. “L’applicazione del decreto implicherà da parte della banca uno sforzo amministrativo e gestionale considerevole”, ha fatto presente Massimo Giacomelli, responsabile del servizio promozione finanziaria di Siena. “L’attività del promotore finanziario risulterà ulteriormente burocratizzata e onerosa, dovendo obbligatoriamente iscriversi all’elenco degli agenti in attività finanziaria per proseguire lo svolgimento della  professione. Secondo le nostre stime”, ha aggiunto, “l’obbligo di iscrizione inciderà per circa 500 euro su ogni promotore. Nella nostra rete, fatta eccezione per alcuni ex bancari, nessun professionista dovrebbe interrompere l’attività per mancanza di requisiti”.


Massimo Giacomelli, responsabile del servizio promozione finanziaria di Mps

IL COMMENTO DI UBI BANCA PI – “Io lo trovo scandaloso”, ha commentato dal canto suo Cesare Colombi, direttore generale di Ubi Banca Private Investment oltre che membro del comitato direttivo di Assoreti, che ha parlato con BLUERATING il 24 ottobre. “In Assoreti ne abbiamo discusso a lungo. In sintesi, viene fuori che il promotore finanziario per far bene il suo lavoro deve essere iscritto a tre elenchi: l’Albo dei promotori finanziari, il Rui e adesso anche l’Oam. Ma servono davvero, dal momento che quello principale copre tutto quello che c’è da coprire? È una cosa fuori dal mondo”. Secondo le stime di Ubi Banca PI, il costo annuo in capo al promotore finanziario è tra i 600 e i 700 euro. Più l’iscrizione e la formazione. “Noi ora abbiamo solo sei promotori finanziari che non hanno i requisiti per continuare a collocare i prodotti in questione, quindi dal 17 ottobre sono stati stoppati”.


Cesare Colombi, direttore generale di Ubi Banca Private Investment


LA PROPOSTA DI UBI BANCA PI
– L’ipotesi in ballo è quella di proporre loro una convenzione per avere almeno la polizza assicurativa a prezzi agevolati. “Se dovessimo accollarci noi tutti i costi, vorrebbe dire mille euro a promotore e cioè 700mila euro in tutto”. E poi c’è la posta elettronica certificata, quindi anche un riallineamento informatico. “Stiamo lavorando per capire come funzionerà il tutto”, ha concluso Colombi. E, secondo quanto risulta a BLUERATING, Ubi Banca Private Investment non è l’unica che si sta dando da fare in questo senso. Dubbi da sciogliere, d’altro canto, ce ne sono ancora parecchi.

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