Banche d’investimento: cura dimagrante da 40mila posti

TAGLI AI DIPENDENTI – Secondo quanto scrive oggi il Financial Times, le banche di investimento ridurranno la propria forza lavoro di 40 mila unità nei prossimi anni, oltre a tutti i tagli già annunciati. La stima arriva da un rapporto della società Roland Berger Strategy Consultans, che sarà diffuso nel corso di questa settimana. Il settore ha operato 15mila tagli su 500mila dipendenti dalla metà del 2011 e ha già annunciato ulteriori 25mila tagli al personale.

BASSA REDDITIVITA’ – Le riduzioni annunciate finora includono oltre a Ubs, che ha detto il mese scorso che avrebbe tagliato un sesto della sua forza lavoro, anche Nomura e Rbs. Le banche d’investimento, sia europee che americane, sono affette da problemi ciclici come un’economia debole, meno attività di negoziazione e un aumento dei costi di finanziamento. Secondo la società di consulenza il settore raggiungerà un Roe del 11% per quest’anno, che si ridurrà però all’8%, ben al di sotto degli obiettivi di maggior parte delle banche, che vanno “dal 12% al 15%”.

I SOGNI SVANISCONO – Secondo lo studio Roland Berger, inoltre, almeno un terzo delle banche di investimento sarà costretto ad accantonare nei prossimi anni le proprie ambizioni globali: fra le 14 banche veramente globali almeno cinque diverranno solo regionali o specializzate in aree di prodotti di nicchia. “In tre-cinque anni ci attendiamo che resteranno meno banche veramente globali. Forse solo cinque manterranno un modello su scala globale con presenze nei maggiori prodotti e nelle maggiori aree” afferma il rapporto.

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