Merrill Lynch, si avvicina l’ora della “grande rotazione” dal reddito fisso all’azionario

VERSO LA “GRANDE ROTAZIONE” – Preparatevi alla “grande rotazione” dal reddito fisso all’azionario. Questo è il messaggio che arriva da Johannes Jooste, capo della strategia per l’Europa, il Medio Oriente e l’Africa di Merrill Lynch Wealth Management, nel corso dell’incontro con la stampa organizzato a Milano dalla società. Tema dell’appuntamento, le stime sul prossimo anno. Presente, oltre a Jooste, il capo del global wealth e dell’investment management in Italia di Merrill Lynch Wealth Management Emea Stefano Ferraro. La “great rotation” di cui parla Jooste è, come si dice, dietro l’angolo: verosimilmente inizierà nel 2013.

DALLE OBBLIGAZIONI ALLE AZIONIJooste ne è convinto: le prospettive economiche e di mercato per il prossimo anno sono migliori rispetto a quelle del 2012. Una convinzione che si basa sull’operato della Federal Reserve – con prove più diffuse e numerose circa i progressi compiuti sul fronte del sostegno all’economia statunitense – e sulla ripresa graduale dell’eurozona nella seconda metà dell’anno. In più, il team di BofA Merrill Lynch Global Research prevede un tasso di crescita dell’economia cinese del 7,7% nel 2012 e dell’8,1% nel 2013.
IL FATTORE CHIAVE È LA CRESCITA – “L’elemento chiave per gli investitori sarà la crescita, e non solamente le riforme. Questo ci porta a preferire per il 2013 i titoli azionari alle obbligazioni”. Jooste prevede che nell’anno che verrà le azioni registreranno performance migliori rispetto agli investimenti in reddito fisso. E ritiene che gli investitori possano già iniziare a ribilanciare i loro portafogli, che oggi sono sovrappesati in obbligazioni e sottopesati in azioni. “Da questa crisi prolungata stanno emergendo compagnie più sane e robuste, con bilanci più snelli e un bacino di domanda globale in crescita”.
LE QUATTRO IDEE PRINCIPALIMerrill Lynch Wealth Management Emea si concentrerà su quattro idee principali, che guideranno le performance del portafoglio nei prossimi tre anni: la pressione esercitata da nuove fonti di reddito in un contesto di bassi tassi di interesse; il potere dei consumatori, che sta venendo sempre più a galla nelle economie emergenti; l’ipervenduto sull’azionario europeo, che potrebbe tornare a essere accattivante non appena si definiranno meglio le soluzioni alla crisi europea; e, in ultimo, i progressi a livello tecnologico ed energetico e il costo del lavoro, che supporteranno una crescita pluriennale. 

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