Promotori, radiata un’artefice di un mega raggiro a Roma

MARIA CATERINA DI LEO – Anche per Maria Caterina Di Leo, ex pf iscritta all’Albo dal 2007 e poi cancellata su sua stessa richiesta dal 18 gennaio 2012, è arrivato il provvedimento della Consob che ne sancisce la radiazione dal registro. BLUERATING aveva già parlato di lei a febbraio di un anno fa, in relazioe alla radiazione di un’altra professionista, Bruna Giri (qui la notizia).

LA VICENDA
– Le due donne erano state coinvolte nel 2011 in un’inchiesta per aver messo in piedi a partire dal 2005 una mega truffa da 35 milioni di euro e, secondo un articolo di Repubblica.it, sarebbero state arrestate lo stesso anno – insieme con altre quattro persone – dal nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza su richiesta della procura di Roma.

LE SEGNALAZIONI – Per quanto riguarda nello specifico Maria Caterina Di Leo, la Consob segnala di aver ricevuto in data 24 gennaio 2011 una nota di Banca Popolare di Puglia e Basilicata, che ha comunicato di aver ricevuto quattro reclami nei confronti dell’operato del promotore finanziario da parte di alcuni clienti, i quali lamentavano di non avere ottenuto né la restituzione né la corresponsione degli interessi su un capitale complessivo di 134.000 euro, investito in strumenti finanziari come certificati di deposito e contratti di pronto contro termine. Successivamente, per l’esattezza il 18 aprile 2011, la Consob ha ricevuto da un legale un esposto a nome di 24 clienti della stessa Banca Popolare di Puglia e Basilicata, secondo cui Di Leo avrebbe sottratto significative somme di denaro a un centinaio di clienti, facendo loro sottoscrivere operazioni d’investimento che non sarebbero mai state effettivamente eseguite.

LE VERIFICHE – Dalle successive verifiche è emerso che tra il 2006 e il 2010 la pf  – in concorso con alre persone – “ha fatto sottoscrivere a circa 472 investitori modulistica contrattuale relativa a investimenti in prodotti finanziari di intermediari non più operanti (Solofid, ora Ubi Fiduciaria, e Mediocredito Lombardo, ora Intesa San Paolo) o inesistenti (S.G.I.A.), presentandosi quale promotore finanziario in grado di assicurare rendimenti di gran lunga superiori a quelli offerti dal mercato”, si legge nella delibera Consob, che precisa: “i clienti hanno fornito la provvista per dare esecuzione agli investimenti mediante denaro contante e assegni bancari, talvolta privi dell’indicazione del beneficiario”. Di Leo avrebbe poi utilizzato le somme ricevute per pagare spese personali (come l’acquisto di immobili e il restauro di appartamenti), effettuare versamenti sui conti correnti di alcuni suoi collaboratori, corrispondere interessi maturati sugli apparenti investimenti sottoscritti dai clienti, e restituire il capitale investito ad alcuni sottoscrittori che ne avevano fatto richiesta.

LA DIFESA DELLA PF –
A sua difesa Di Leo ha dichiarato di avere “sempre operato secondo le istruzioni fornite da Bruna Giri e nella certezza che i clienti recuperassero sia il capitale che gli interessi; di avere attivamente collaborato all’accertamento dei fatti, giungendo ad indicare e consegnare spontaneamente ulteriore documentazione sfuggita al primo sequestro; di essere stata condizionata da runa Giri, che le aveva fatto credere che l’attività di raccolta del risparmio fosse regolare, che gli investimenti venissero effettuati, le cedole pagate e il capitale regolarmente rimborsato”.

LA DECISIONE DELLA CONSOB
– La pf tuttavia, osserva la Consob, “aveva le conoscenze professionali necessarie per valutare la correttezza delle operazioni finanziarie che proponeva ai clienti, i quali facevano affidamento sul suo diligente operato”. La Commissione ha ritenuto accertate tutte le contestazioni mosse nei confronti di Di Leo: acquisizione della disponibilità di somme e valori di pertinenza dei clienti; simulazione di operazioni d’investimento e mancata esecuzione di operazioni sottoscritte dai clienti; comunicazione e consegna di informazioni e documenti non rispondenti al vero. E dal momento che, visto il contesto, “tutte le violazioni sono da qualificarsi come connotate da particolare gravità e tali da compromettere in modo radicale l’affidabilità” della pf nei confronti di clienti e potenziali investitori, la Commissione ha optato per la sua radiazione dall’Albo.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!

Tag: