AG Advisory vuole puntare verso il web

Tecnologia e formazione: sono queste le parole d’ordine di AG Advisory, società di consulenza finanziaria indipendente iscritta a Nafop che si avvale attualmente di un team di otto consulenti e gestisce asset per 70 milioni di euro tra advisory diretta e indiretta. A pochi giorni dal lancio di un nuovo portale web dedicato all’educazione finanziaria dei risparmiatori, in collaborazione con Consultique, soldi&bluerating ha intervistato l’a.d. della società Agostino De Luca.

Come nasce AG Advisory?
Il nostro percorso è nato nel 2007, quindi agli albori della Mifid, quando la società si chiamava Studio A&G Consulting, di cui sono stato fondatore. Poi ci siamo evoluti nel tempo per adeguarci alla domanda della clientela, e nel 2012 abbiamo assunto la denominazione di AG Advisory. Siamo una società di consulenza finanziaria indipendente, associata a Nafop, e ci rivolgiamo sia a clientela retail (con asset sopra i 500mila euro) sia a clientela istituzionale.

Da quante persone è composto oggi il vostro team di consulenti?
Da otto persone. Abbiamo inoltre due posizioni aperte per la nostra sede di Monza, che resta il quartier generale anche se ci stiamo spostando sempre più su Milano. Nello specifico, stiamo cercando due figure junior, che devono avere come requisito fondamentale una buona conoscenza di Internet, perché saranno inserite nella comunicazione e nella gestione di servizi online. Oltre a Milano e Monza, abbiamo sedi operative anche a Torino e Bologna, e serviamo clienti da tutta Italia attraverso i nostri servizi di consulenza online.

Pensate di aprire altre sedi nel resto d’Italia in futuro?

In realtà credo che il modello sarà sempre più orientato al web: abbiamo investito molto in tecnologia con webinar e possibilità di effettuare colloqui one to one online e abbiamo ricevuto una risposta positiva da parte dei clienti, per cui utilizzeremo prevalentemente questo canale per coprire l’area del Centro Sud, che attualmente è scoperta.

Come funziona il vostro modello di remunerazione?
Adottiamo un approccio molto classico, basato su una fee che costituisce una percentuale sugli asset under management.

Secondo lei in Italia si affermerà il pagamento della parcella, sulla falsariga del modello anglosassone?
Secondo me, sì: oggi il cliente arriva da noi più preparato rispetto a qualche anno fa e accetta il modello di remunerazione a parcella, naturalmente a patto che ci siano i risultati. Se si stabiliscono fin da subito gli obiettivi in modo trasparente, senza sorprese e senza spese extra, il cliente si sente seguito ed è disposto a pagare per il servizio che riceve.

Promotori e consulenti sono, in prospettiva, figure distinte o sovrapponibili?
Direi che esiste una ovvia convergenza dei promotori finanziari verso la consulenza finanziaria. Molti promotori si presentano proprio come consulenti. Ma la distinzione è chiara, specialmente per la clientela un po’ più evoluta, che è quella a cui noi ci rivolgiamo. Naturalmente il consulente indipendente ha più spazio di manovra rispetto a un promotore che lavora per una mandante unica, perché può scegliere senza vincoli i prodotti migliori offerti da ciascuna società.

Si arriverà davvero alla costituzione di un Albo dei consulenti indipendenti in Italia?

Sinceramente la vedo dura, almeno per ora: l’Italia ha ben altri problemi da affrontare e l’Albo dei consulenti non è tra le priorità.

Avete di recente lanciato un nuovo progetto didattico, InvestoInMe: perché è importante lavorare sull’educazione finanziaria dei risparmiatori, dal vostro punto di vista?
Abbiamo lanciato il progetto web Investoinme.it insieme a Consultique per aiutare gli investitori italiani ad aumentare il proprio livello d’istruzione finanziaria. Si tratta di un portale Internet che contiene tre differenti percorsi didattici, in base alle diverse esigenze dei singoli e al relativo grado d’istruzione finanziaria, senza costi fissi o abbonamenti da sottoscrivere: ciascun utente acquista solo i videocorsi di cui ha bisogno. Alla base dell’idea c’è la convinzione che sia sempre più importante fornire una conoscenza di base degli strumenti che si andranno ad acquistare.

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