Promotori, le sfide di una professione che invecchia

LA NUOVA CAMPAGNA – Un anno dopo, l’Organismo per la tenuta dell’Albo dei promotori finanziari sceglie ancora il Salone del Risparmio per presentare la sua campagna di comunicazione. Il messaggio, nel solco di quello dello scorso anno, è: negli investimenti non si può fare da sé. “Oggi c’è bisogno di un’assistenza forse ancora più ampia rispetto a quella che si aveva in passato”, dice il presidente di Apf Giovanna Giurgola Trazza. “E le esigenze di assistenza non riguardano più soltanto le fasce medie e alte. Si sono estese e coinvolgono un altro, vasto, gruppo di persone, composto da chi è preoccupato per il proprio futuro e per la previdenza”.

LA TERZA VIA – Di fronte a ciò, e oltre l’alternativa tra il non scegliere e lo scegliere in modo impulsivo e fai-da-te che può portare a distruzione di ricchezza, c’è il promotore finanziario. Per il quale proprio in questo periodo si apre un nuovo, possibile mercato. “Finora il promotore è riuscito a guidare il cliente e a conservare la sua ricchezza. Ma bisogna fare di più”, avverte il presidente di Apf. “Quello del promotore è un ruolo sempre più centrale, e può esserlo per tutti”. Apf oggi coglie due tendenze: da una parte, le iniziative che importanti operatori del settore bancario hanno assunto nel senso di un maggiore ricorso al promotore finanziario; dall’altra, i progetti nati per consentire ai giovani di entrare adeguatamente nella professione, con forme interessanti di aggregazione.

I DATI DI MERCATO – Il mercato, dal canto suo, lancia segnali che continueranno a essere oggetto di riflessione: la concentrazione del settore va avanti, con annessa contrazione del numero degli iscritti anche a seguito di un processo di “pulizia” presso le singole reti. Oggi gli iscritti all’Albo Apf sono 52.265, mentre i promotori finanziari con mandato sono 33.031. Dunque, i non attivi sono 19.234. “Prosegue l’invecchiamento della categoria”, evidenzia il direttore generale di Apf Joe Capobianco. “Oggi gli ultracinquantenni costituiscono il 41,3%, mentre gli under 40 sono il 19% e gli under 30 il 2%”.
Il lato positivo è che la maggior parte ha dunque un’esperienza pluriennale. I giovani più bravi, per ora, attendono il loro turno: agli esami, l’asticella degli idonei è al 30%.

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