Consulenza, Varenna (Fecif): non bisogna tarpare le ali alla professione

 UN IMPATTO NON COSI’ SODDISFACENTE – “I numeri, sentendo anche i colleghi inglesi, ci dicono che in questo momento l’impatto non è così soddisfacente come si pensava”, commenta Aldo Varenna, segretario generale di Fecif e membro dell’executive board di Cifa, oltre che consigliere di amministrazione di Efpa Italia. “La Gran Bretagna è sempre stata un punto di riferimento. Il fatto che i colleghi inglesi, come primo impatto, non siano entusiasti della Retail distribution review entrata in vigore a gennaio è un segnale”. 

 
PREMIARE LA CLIENTELA – ”Non bisogna tarpare le ali alla professione. In generale, la nostra visione è che si debba premiare la clientela, perché è da lì che tutti dobbiamo partire. L’essenziale è informare il cliente sui costi applicati, dopodiché sarà la stessa clientela a decidere se prediligere un modello di consulenza fee only o un modello di collocamento sotto forma di consulenza nel luogo che riterrà opportuno, in banca oppure altrove”.
 
NO A TROPPE CARTE, CHIAREZZA CON IL CLIENTE – È importante non mettere troppi regolamenti e troppe carte da firmare”, continua Varenna, “perché sennò l’eccesso di informazione diventa disinformazione. Tre sono i punti su cui la nostra categoria, a livello di lobbying, deve farsi sentire da chi decide ed emana leggi e regolamenti: stesso campo di gioco e stesse regole per tutti i professionisti, massimo rispetto dell’investitore e massima chiarezza sui rischi dell’investimento, senza distinguere fra professionisti di serie A e di serie B”.

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