UNA QUESTIONE DI TAGLIO DEI COSTI – Credit Suisse prevede di tirarsi indietro dal settore del private banking in una decina di mercati esteri per tagliare i costi e ottimizzare le operazioni sulla scia della crisi finanziaria. Il portavoce di Credit Suisse, Marc Dosch, si è rifiutato di dire quanti clienti o quali sarebbero i Paesi interessati dall’operazione. “Questa iniziativa riguarda un certo numero di paesi che sono o molto piccoli o dove abbiamo un piccolo numero di clienti “,ha fatto sapere Dosch al Wall Street Journal .
COLPITI I LIENTI MENO FACOLTOSI – La settimana scorsa, il giornale svizzero Tages Anzeiger aveva fatto sapere che il Credit Suisse stava per chiudere i conti di clienti in circa 50 paesi, tra cui l’Angola , il Turkmenistan e la Bielorussia . In ogni caso, anche i clienti provenienti da Israele e Danimarca che hanno beni per meno di un milione di franchi svizzeri ($ 1,1 milioni) saranno colpite, spiega sempre il giornale.
UN RISPARMIO NOTEVOLE – Nei mercati più maturi e industrializzati, la banca si sta concentrando sui cosiddetti ultra-high-net-worth-individuals, che hanno più di 50 milioni di franchi svizzeri di patrimonio gestito. A luglio, il Credit Suisse aveva reso noto di aver raccolto 7,6 miliardi di franchi svizzeri di nuovi capitali per la sua attività di private banking nel secondo trimestre , grazie in gran parte ai mercati emergenti e ai nuovi ricchi. Dall’operazione Credit Suisse ha detto che prevede di risparmiare 3,2 miliardi di franchi svizzeri solo nel 2013.