“I bond islamici alla conquista dei mercati, opportunità, rischi e sfide dei sukuk”, scritto da Federica Miglietta, ricercatrice di Economia degli Intermediari Finanziari presso la facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, edito da Egea, aiuta a capire il funzionamento e le caratteristiche dei certificati conformi al Corano, così come il risk management negli intermediari islamici e la gestione della liquidità tramite i sukuk.
Le emissioni globali di sukuk hanno subito, dopo un picco di emissioni raggiunto nel 2007, un rallentamento in risposta alla crisi finanziaria. “Le motivazioni sono da ricercarsi principalmente in relazione al fenomeno del fly-to-quality. A riprova di questa situazione, le ricerche testimoniano una prevalenza, nel periodo di crisi e post-crisi, delle emissioni sovrane (con migliore rating) a scapito di quelle societarie. La tendenza è evidente sia che si considerino le emissioni in valuta domestica che quelle in valute internazionali”.
Una seconda motivazione alla base del rallentamento delle emissioni di sukuk risiede nei default sperimentati negli ultimi anni che hanno creato, da un lato, un danno reputazionale all’intero mercato e, dall’altro, hanno fatto emergere i latenti problemi legali sottostanti all’enforcement dei diritti dei possessori di certificati nelle varie legislazioni interessate dai default.
”Il totale dei sukuk emessi dal 2001 al 2010 ammonta a circa 198 miliardi di dollari. Nel 2011 fonti di stampa riportano emissioni pari ad 84 miliardi di dollari mentre sino al luglio 2012 le emissioni ammontano a 100 miliardi di dollari, segnalando una nuova ondata di grandi emissioni”.
La Malesia copre il 67% del mercato denominato in valuta locale ed oltre il 50% del mercato globale. Il paese rappresenta, ad oggi, il più fiorente ed importante mercato dei sukuk, sia in termini di volumi scambiati che di emissioni.
“Differentemente dalla Malesia, i paesi del GCC sono più attivi sul mercato internazionale che su quello domestico. Le emissioni domestiche, tuttavia, si caratterizzano per valori unitari piuttosto elevati, nell’ordine di miliardi di dollari, e sono soprattutto emissioni attuate da parte di grandi corporates”.
Per motivi di costo opportunità le banche islamiche tendono a voler ridurre al minimo le riserve liquide che detengono nel loro bilancio, contando sul rapido approvvigionamento ottenibile sul mercato interbancario e sulle linee di credito messe a disposizione dalle Banche Centrali.
Tali canali di approvvigionamento, tuttavia, non sono utilizzabili con facilità nel caso delle banche islamiche perché non esiste, di fatto, un mercato interbancario della liquidità né le banche centrali agiscono, generalmente, come prestatrici di ultima istanza.