Apf, ecco perché la promozione finanziaria vivrà una nuova primavera

UN CIRCOLO VIRTUOSO – Sono sempre più numerosi i dipendenti bancari che decidono di passare alla promozione finanziaria, spinti anche dalla crisi delle banche e dalle chiusure di filiali. Una tendenza che, secondo Joe Capobianco, direttore generale dell’Albo dei promotori finanziari, potrebbe innescare un circolo virtuoso per il settore dell’offerta fuori sede. “Più si andrà in questa direzione più la figura del promotore finanziario (o del consulente) sarà nota al pubblico e il numero dei clienti romperà finalmente la soglia dei gli attuali 3 milioni e mezzo circa, favorendo l’educazione finanziaria dei risparmiatori e la stabilità dei loro portafogli”, ha detto Capobianco in un’intervista a Repubblica.

PICCO DI ISCRIZIONI ALL’ESAME DA PF – Inoltre, ha continuato il d.g. di Apf, “i consulenti del risparmio si evolveranno ulteriormente a vantaggio delle propria professionalità e dell’interesse del cliente”. Intanto, a conferma del crescente interesse per il mondo della promozione, la terza sessione di esame per diventare promotori finanziari ha registrato un vero e proprio picco di iscrizioni, con 1783 candidati di cui almeno un terzo bancari (qui la notizia).

ASSORETI: RIEMPIRE DI CONTENUTO L’ATTIVITA – Tuttavia, avverte Marco Tofanelli, segretario generale di Assoreti, l’iscrizione all’albo è la condizione necessaria, ma non sufficiente per intraprendere la professione.  “Occorre riempire di contenuto l’attività”, ha spiegato Tofanelli a Repubblica: “da un lato l’intermediario, per conto del quale la persona opera, deve offrire strumenti adeguati allo svolgimento del servizio (formazione, piattaforme e strumenti tecnologici di supporto, ampia scelta di prodotti, capacità di assistenza), dall’altro il professionista deve avere le attitudini necessarie allo svolgimento di un’attività lontana dalle scrivanie”.

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