Mps, via libera al piano industriale che rimetterà in piedi la banca

UN PERCORSO DI QUATTRO ANNI – Il Consiglio di Amministrazione di Banca Monte Paschi di Siena ha approvato il Piano Industriale 2013-2017. Il documento declina le linee strategiche e operative del Piano di Ristrutturazione approvato da Banca Monte dei Paschi di Siena il 7 ottobre scorso e presentato, per il tramite del Ministero dell’Economia e delle Finanze, alla Commissione Europea ed approvato nella giornata di ieri. Il Piano punta ad una trasformazione radicale del “modo di fare banca” e, anticipa un cambiamento in atto nel settore bancario, che muterà il conto economico e il modello di business di Banca Monte dei Paschi di Siena. In particolare, il Piano Industriale 2013-2017 dettaglia le azioni necessarie al raggiungimento degli obiettivi del Piano di Ristrutturazione, che si sviluppano su tre direttrici principali:
•    il raggiungimento di livelli sostenibili di redditività (RoTE del 9% al 2017);
•    il rafforzamento della quantità e qualità del capitale (Common Equity Basilea 3 del 10% al 2017);
•    il riequilibrio strutturale di liquidità (rapporto impieghi/depositi del 90% al 2017).
Su queste direttrici il nuovo Piano Industriale 2013-2017 innesta elementi di significativa discontinuità e di cambiamento, ovvero la trasformazione industriale della Banca con alcune azioni manageriali che avranno effetti positivi già nel breve periodo.

La trasformazione industriale della banca è basata su:
1) Un nuovo modello distributivo, più accessibile ai clienti e meno costoso per la banca, con meno filiali, ma con punti vendita più orientati alla relazione  e flessibili e con più interazione con i clienti;

2) L’evoluzione del modello d’intermediazione, con più prodotti intermediati e meno masse sul bilancio, puntando sull’ampliamento degli accordi distributivi con partner terzi (credito al consumo, leasing), su un’ulteriore spinta al settore “bancassurance“ e su soluzioni innovative per supportare il mondo PMI (ad esempio, di recente è stato lanciato il primo fondo italiano Minibond);

3) Il miglioramento dell’operatività, con azioni tese a rendere la Banca più snella, produttiva e “digitale”; 

4) Politiche di valorizzazione e sviluppo del capitale umano in ottica meritocratica

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