“Notevoli criticità sulla qualità del credito”: le banche viste da Consob

“NOTEVOLI CRITICITÀ” – “Le banche italiane continuano a caratterizzarsi per notevoli criticità rispetto alla qualità del credito, con una quota di sofferenze sul totale dei crediti significativamente superiore alla media europea, benché in termini netti essa sia calata nel 2016 per effetto delle forti svalutazioni di fine anno”. Così si legge nell’introduzione al Risk Outlook numero 13 diffuso dalla Consob. Si tratta del documento di analisi dei trend del mercato finanziario italiano e dei banche italianeprincipali Paesi avanzati. Dal quale si apprende anche che “l’adeguatezza patrimoniale delle maggiori banche italiane risulta in linea con i principali competitor spagnoli e francesi, ma ancora inferiore a quella dei maggiori istituti tedeschi e inglesi”.

BANCHE ITALIANE ED EUROPEE – In generale, guardando al comparto bancario europeo, Consob rileva come nel 2016 la redditività delle maggiori banche europee sia migliorata. “In Germania, Francia e Regno Unito, tuttavia, il maggiore contributo è riferibile all’incremento di ricavi tipicamente soggetti a maggiore variabilità, mentre le tradizionali fonti di reddito bancario hanno esibito un calo generalizzato in tutti i Paesi”. Non solo. “Sulle banche europee gravano criticità di diversa natura, a seconda dei differenti modelli di business. Le maggiori banche tedesche, inglesi e francesi detengono le più complesse e illiquide attività finanziarie (cosiddette attività di livello 2 e 3) per un ammontare iscritto in bilancio corrispondente fino a 10 volte il capitale common equity tier 1“. Nel complesso, “la disomogeneità nella redditività e nella qualità del credito tra le banche dei Paesi europei contribuisce ad alimentare differenze nel rischio percepito dai mercati”.

MERCATI FINANZIARI – In riferimento ai mercati finanziari, il Risk Outlook evidenzia che “nella prima metà dell’anno, gli indici azionari delle principali economie avanzate hanno mostrato buone performance, a fronte del rafforzamento del quadro macroeconomico globale. Nonostante permangano numerose fonti di incertezza sulle politiche economiche di alcune regioni e sui relativi riflessi a livello mondiale, gli indicatori di volatilità e i volumi degli scambi si sono ridotti negli Usa, nella zona euro e in Giappone, mentre le condizioni di liquidità dei mercati nell’area euro sono migliorate. Segnali positivi emergono anche nelle dinamiche reddituali e finanziarie delle maggiori imprese quotate dei principali Paesi europei. Il settore corporate, infatti, si connota per una sostanziale tenuta dei livelli reddituali, nonostante il calo dei ricavi, e una riduzione della vulnerabilità finanziaria specie in Italia e Spagna, dove la quota di società con un livello di leverage superiore ai valori storici si è notevolmente ridotta portandosi in linea con quella osservata negli altri maggiori Paesi europei”.

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