Generali, via a un’azione legale contro Perissinotto e Agrusti

DAL CDA MANDATO A GRECO PER AZIONE DI RESPONSABILITA’ – Il Leone di Trieste avvia un’azione di responsabilità contro Giovanni Perissinotto e Raffaele Agrusti. Il cda di Generali, riunitosi ieri, ha dato mandato al group ceo Mario Greco per avviare immediatamente le idonee azioni risarcitorie e di responsabilità in sede giuslavoristica nei confronti dei due ex manager. La decisione, ha fatto sapere la società, si riferisce ad alcuni investimenti alternativi effettuati in passato sotto la gestione dell’ex a.d. e dell’ex cfo del gruppo.

I DETTAGLI – In particolare, Generali intende “impugnare e contestare gli accordi risolutivi dei rapporti di lavoro conclusi con Perissinotto e Agrusti, estinguere i titoli vantati da Agrusti e recuperare le somme pagate a Perissinotto“. Per entrambi, inoltre ci sarà la richiesta di risarcimento dei danni subiti “a causa dell’inadempimento gli obblighi derivanti dai rispettivi rapporti di lavoro subordinato, adottando allo scopo ogni opportuna misura, iniziativa e azione”. Il consiglio di amministrazione, conclude la nota, ha inoltre deliberato “di lasciare impregiudicata, allo stato degli atti e delle conoscenze, ogni facoltà in ordine all’avvio davanti alle sedi competenti di ogni altra iniziativa volta al ristoro di tutti i danni subiti”.

IL CDA DI LUGLIO
– Il cda di Generali lo scorso luglio aveva deliberato di non procedere allo stato a possibili azioni risarcitorie nei confronti di Perissinotto e Agrusti “principalmente in considerazione della difficoltà di collegare le irregolarità emerse a danni risarcibili a norma di legge”. Il riferimento è alle attività di approfondimento svolte su investimenti in private equity e fondi alternativi di cui “i principali ruoli decisori o di gestione attiva” sono stati svolti da Perissinotto e Agrusti. A novembre, tuttavia, l’Ivass ha chiesto che il consiglio si pronunciasse nuovamente sull’eventuale azione di responsabilità nei confronti di Perissinotto e Agrusti in merito ai cosiddetti investimenti alternativi e che, alla luce di questo, esprimesse anche una valutazione sull’adeguatezza del trattamento di fine rapporto concordato con i due manager. A Perissinotto è stato riconosciuto un trattamento di fine rapporto pari a 11 milioni circa, mentre per Agrusti sono stati riconosciuti 6,12 milioni.

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