Arbitro bancario, ecco le reti nel mirino

Come si collocano i grandi marchi bancari attivi anche nella consulenza finanziaria nella classifica dei ricorsi sui quali ricorsil’Arbitro bancario finanziario si è espresso nel corso del 2016? Circoscriviamo innanzitutto il perimetro della materia. L’Arbitro bancario finanziario, che giovedì 20 luglio ha presentato a Roma la relazione sull’attività svolta nel 2016, è il sistema di risoluzione alternativa delle controversie tra clienti e banche o altri intermediari in materia di operazioni e servizi bancari e finanziari. È stato istituito in seno alla Banca d’Italia nel 2009. Niente a che vedere con l’Arbitro per le controversie finanziarie, istituito nel 2016 dalla Consob e operativo da gennaio, che di recente ha presentato la sua relazione sull’attività finora svolta. Per capirci: competenza dell’Arbitro bancario finanziario sono per esempio assegni, bancomat, bonifici, cambiali, carte di credito e di debito, cartolarizzazioni, cassette di sicurezza, conti correnti, depositi, mutui e prestiti vari.

Posto dunque che qui non si parla di investimenti né di attività di consulenza, torniamo a chiederci: i grandi marchi bancari attivi anche nella consulenza finanziaria come si sono collocati nelle classifiche dei ricorsi ricevuti e delle decisioni assunte dall’Arbitro della Banca d’Italia? Questi i numeri: l’Abf nel corso del 2016 ha ricevuto 133 ricorsi su FinecoBank, 57 sul Credito Emiliano, 44 su Fideuram Intesa Sanpaolo PB, 37 relativi a CheBanca!, 30 su IWBank, 20 riguardanti Banca Mediolanum, 14 riferiti ad Allianz Bank FA, 12 su Widiba e 9 su Banca Generali. Quanto alle decisioni, i ricorsi decisi sono stati 87 per FinecoBank (di cui 18 accolti), 56 per il Credem (dei quali 17 accolti), 30 per Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking (8 accolti), 29 per IWBank (10 accolti) 22 per Banca Mediolanum (5 accolti), 20 per CheBanca! (2 accolti), 11 per Allianz Bank FA (4 accolti), 10 per Banca Generali (4 accolti) e 6 per Widiba (2 accolti), tenendo presente che nell’anno i collegi dell’Abf hanno esaminato anche i ricorsi presentati prima del 2016.

ricorsiNumeri che appaiono esigui rispetto al totale: basti pensare che nel corso dell’anno sono stati presentati 21.700 ricorsi, il 60% in più rispetto all’anno precedente. Un aumento, spiega l’Arbitro, “dovuto principalmente al maggior numero di ricorsi in materia di estinzione anticipata dei finanziamenti contro cessione del quinto, relativi però quasi interamente a contratti antecedenti il 2012. Per il resto, la crescita è stata sostanzialmente fisiologica: sono calati i ricorsi relativi alle segnalazioni alle centrali dei rischi e quelli in materia di utilizzi di carte di debito e di credito, anche in relazione all’aumento dei presidi di sicurezza da parte degli intermediari, e sono risultati sostanzialmente invariati i ricorsi relativi ai conti correnti, mentre sono saliti quelli relativi ai mutui”.

Nell’anno sono giunti a decisione 13.770 ricorsi, il 75% dei quali con esito sostanzialmente favorevole al cliente, cioè con l’accoglimento totale o parziale delle richieste formulate oppure con la cessazione della materia del contendere conseguente alla soddisfazione dei clienti da parte dell’intermediario nel corso della procedura. L’adesione da parte degli intermediari continua a essere alta: le decisioni assunte dall’Arbitro nel 2016 sono state rispettate nel 99% dei casi, portando al riconoscimento di oltre 13 milioni di euro alla clientela. La prima società per ricorsi ricevuti è stata Prestitalia, con un totale di 2.866 istanze pervenute all’Arbitro della Banca d’Italia, mentre la prima per ricorsi decisi è risultata essere Barclays Bank con 1.998 decisioni, di cui 1.170 riguardanti ricorsi accolti.

Sfoglia la relazione completa dell’Arbitro bancario finanziario.
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